Una cooperazione da pari a pari, lontana da qualsiasi tentazione predatoria, ma anche da quell’impostazione “caritatevole” nell’approccio con l’Africa che mal si concilia con le sue straordinarie potenzialità di sviluppo» è una delle frasi chiave del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sul piano Mattei lanciato ieri a palazzo Madama. Il vertice Italia-Africa è stato anche un turbinio di incontri bilaterali ed il lavoro concreto con i partner del continente sui pilastri del piano. Il Giornale ha ricostruito progetti, tempi, soldi accordi e ruoli presentati e di« scussi a Roma caput Africae.
OBIETTIVI DEL PIANO MATTEI
Giorgia l’africana ribalta gli stereotipi sottolineando che il continente al di là del Mediterraneo non è affatto povero, ma racchiude il 30% delle risorse minerarie mondiali e il 60% delle terre coltivabili. Il «più giovane del mondo» con il 60% della popolazione al di sotto dei 25 anni. Potenzialità enormi per il piano Mattei che si basa sulla condivisione con i partner africani.
Al panel dedicato alla Cooperazione in campo economico e infrastrutturale il presidente del Senegal, Macky Sall, è stato lucido e concreto: «Occorre rivedere i criteri delle agenzie di rating, che tendono sempre ad esagerare il rischio degli investimenti in Africa, allentare le regole per i prestiti sulle esportazioni e abbreviare i tempi di progettazione ed esecuzione dei progetti».
PRIORITÀ E PROGETTI
Palazzo Chigi ha individuato cinque grandi assi di intervento per il piano Mattei: istruzione e formazione, salute, agricoltura, acqua ed energia. L’Africa è stata suddivisa in quadranti e l’agricoltura sarà un cavallo di battaglia. In Egitto l’Italia sosterrà, a 200 chilometri da Alessandria, la produzione di grano, soia, mais e girasole con investimenti in macchinari, sementi, tecnologie e nuovi metodi di coltivazione. In Tunisia si sta lavorando al potenziamento di stazioni di depurazione delle acque per irrigare 8mila ettari. E in Algeria verrà avviato un monitoraggio satellitare per l’agricoltura. L’obiettivo è anche migliorare la gestione e l’accesso all’acqua. Se manca aumentano fame, conflitto e migrazioni. Nella Repubblica del Congo costruiremo pozzi e una rete di distribuzione alimentati da energia rinnovabile.
«Siamo sempre stati convinti che l’Italia abbia tutte le carte in regola per diventare l’hub naturale di approvvigionamento energetico per l’intera Europa» ha annunciato Meloni. Il piano Mattei aiuterà le nazioni africane a produrre energia sufficiente per le proprie esigenze ed esportare in Europa la parte in eccesso. Non solo progetti classici: in Kenya intendiamo sviluppare la filiera dei biocarburanti che coinvolgerà 400mila agricoltori entro il 2027. Assieme all’Unione europea, ieri a Roma con tutti i vertici istituzionali, puntiamo all’interconnessione elettrica Elmed fra Italia e Tunisia, che coinvolge Terna. Un altro obiettivo strategico per collegare i due continenti è il nuovo corridoio per il trasporto dell’idrogeno (H2 Sud) dal Nord Africa all’Europa.
Per la salute investiremo nella Costa d’Avorio terzo paese di partenza dei migranti nel 2024.
Un altro pilastro è l’istruzione e la formazione professionale che prevede di rafforzare il legame fra il sistema scolastico italiano e l’Africa. In Tunisia rimetteremo in piedi le scuole e in Marocco verrà aperto un centro di eccellenza per la formazione sulle energie rinnovabili.
TEMPI E SOLDI
Il piano Mattei ha un orizzonte di medio-lungo periodo ed i fondi, per ora, a disposizione sono 5,5 miliardi di euro. Non bastano, ma colossi finanziari, presenti al vertice, come il Fondo monetario ed i paesi del Golfo hanno confermato la disponibilità ad investire nel piano Mattei. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha dichiarato che «nei primi nove mesi del 2023 il nostro interscambio (con l’Africa nda) è stato pari a 45 miliardi di euro. Vogliamo fare di più, molto di più». La sinergia con il sistema Italia e l’intervento dei privati è fondamentale. Entro l’anno verrà realizzato con la Cassa depositi e prestiti uno strumento finanziario per agevolare il settore privato nel piano Mattei.
IMMIGRAZIONE
«Favorendo la creazione di lavoro» in Africa «daremo un colpo decisivo ai trafficanti di esseri umani, che sono i nostri comuni nemici – ha dichiarato Tajani – se loro investono sulla disperazione, noi vogliamo investire sulle opportunità». Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha incontrato, a margine del vertice, i rappresentanti di Gambia e Costa d’Avorio per continuare «a collaborare in tema di contrasto all’immigrazione irregolare e rimpatri volontari assistiti».
L’idea di fondo è aggredire con il piano Mattei le motivazioni, soprattutto economiche, che muovono gran parte dei migranti. L’importanza di questo obiettivo è stato ribadito al vertice dal presidente dell’Unione Africana, Azali Assoumani: «È essenziale lavorare in sinergia per rafforzare la nostra partnership, ma soprattutto per porre fine ai flussi migratori che spesso sono micidiali per gli africani, che perdono ogni speranza di una vita migliore nei loro paesi».;