Ilaria Salis, Meloni chiama Orban. Il padre dell’attivista: “Ottima notizia”

"Trattata come una bestia, cimici e topi in cella". Ilaria Salis, il memoriale choc dal carcere

Sul caso di Ilaria Salis, l’attivista italiana entrata nell’aula di un tribunale di Budapest legata mani e piedi e trascinata per una catena da un agente, ora si muove la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. In vista del Consiglio Ue straordinario del 1° febbraio Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro ungherese Victor Orban. Nel pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura ungherese, il governo italiano ha portato l’attenzione di Orban sul caso della Salis, portando avanti il pressing del nostro Paese per chiarire e risolvere la situazione, dopo le mosse diplomatiche già avviate dal vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, il 22 gennaio scorso, con il suo omologo ungherese Peter Szijjarto.

La segretaria del Pd, Elly Schlein, poco prima aveva attaccato la Meloni a testa bassa. “Non si capisce perché il governo non attivi ogni canale, compreso quello politico vista l’amicizia con Orban”, ha detto ai cronisti alla Camera. “E spiace che anche in questa circostanza”, aggiunge pensando alle parole del leghista Andrea Crippa “si levino voci dalla maggioranza che sembrano giustificare questo trattamento che viola il diritto europeo e internazionale. Vorremo invece che ci fossero uno sforzo forte e una parola chiara da parte di Giorgia Meloni che ha spesso vantato la sua amicizia con Orban. Ricordiamo che inoltre l’Ungheria è un paese che è stato spesso criticato e messo sotto accusa per il mancato rispetto dei principi dello stato di diritto e su questi temi è stato spesso difeso da Giorgia Meloni sua alleata, ma non può esser così anche quando è evidente che quel mancato rispetto dei diritti colpisce sulla pelle una cittadina italiana”. Poco dopo le accuse della Schlein da palazzo Chigi hanno fatto sapere che quel canale è stato aperto e che Meloni ha parlato del caso Salis direttamente con Orban.

Sulla vicenda si era espresso, con fermezza, anche Antonio Tajani. “Siamo di fronte a una violazione delle norme comunitarie”, ha ribadito il capo della Farnesina. “Condurre in quella maniera un detenuto è fuoriluogo e non in sintonia con la nostra civiltà giuridica», spiega preannunciando la richiesta della Farnesina per ottenere gli arresti domiciliari, o portarla in Italia per scontare una eventuale condanna”. Tajani ha poi spiegato che “non si può intercedere sul processo” a carico di Ilaria Salis, “noi possiamo soltanto fare delle proteste per quanto riguarda il trattamento del detenuto”. Ed ha spiegato: “Se vogliamo parlare in punta di diritto, Orban non c’entra niente. Non è che il governo decide il processo. La magistratura è indipendente”, sottolineando che “l’Ungheria è uno Stato sovrano” e “noi possiamo intervenire per far sì che ci sia il rispetto del trattamento del detenuto”.

A muoversi è stato anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che ha fatto sapere che il 2 febbraio incontrerà il padre della Salis. Sarà un incontro “riservato»” aggiunge la seconda carica dello Stato, lontano da microfoni e telecamere, per sapere i dettagli della vicenda “ed eventualmente riportarli al Senato”.

“La ragazza io mi auguro che possa essere assolta o che perlomeno venga derubricato il reato ma al momento è imputata di tentato omicidio. Mi pare un’imputazione eccessiva”, ha detto La Russa, su Rai3 ad Avanti popolo. “Il dato importante è non umiliare il detenuto, avere rispetto della dignità della persona anche quando è detenuta per reati gravi. Anche in Italia non bisogna abbassare la guardia”, ha sottolineato, aggiungendo che “la vera differenza è che la nostra legge impedisce che venga esibito un detenuto con le manette in una condizione di umiliazione”, cosa “non avvenuta in Ungheria” e “su questo credo sia giusto intervenire” ma “le condizioni di sicurezza ci devono essere, come ci sono in Italia, lì un po’ troppo, mi è sembrato”.

Il padre dell’attivista: “Ottima notizia”

La telefonata tra Meloni e Orban sul caso di Ilaria Salis è “un’ottima notizia”, ha detto Roberto Salis, padre della 39enne italiana incarcerata in Ungheria, ospite in collegamento con “Prima di Domani” su Rete 4. “Sono molto contento della notizia del contatto che c’è stato tra i due primi ministri dei due Paesi perché credo che quella sia una strada importante, soprattutto in virtù del fatto che in Ungheria ci sono delle regole del potere che sono molto diverse dalle nostre”. Ma qual è l’obiettivo auspicato? Ottenere i domiciliari per la figlia. “Non so quali tempi ci vogliano – spiega il padre – penso che dipendono moltissimo da una serie di condizioni che si devono sviluppare in Ungheria”. Ovviamente la telefonata tra Meloni e Orban può essere “un elemento chiave per arrivare alla conclusione – auspica Roberto Salis – che non so se dovrà passare dai domiciliari in Ungheria e poi in Italia oppure ci sarà un passaggio diretto. Lo vedremo con i ministeri competenti quando inizieremo a valutare il piano operativo”.

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