Cos’è Neuralink e come funziona il chip nel cervello

Cos'è Neuralink e come funziona il chip nel cervello

Tra le notizie che occupano le pagine dei giornali nazionali e internazionali c’è quella che riguarda l’installazione di un chip nel cervello di un essere umano in grado di comunicare con dispositivi come il computer per i pazienti affetti da gravi malattie neurologiche che, altrimenti, non riuscirebbero a esprimere le loro necessità. La notizia, data nelle ultime ore da Elon Musk, riguarda Neuralink, la società americana di neurotecnologia che è stata fondata nel 2016 dal magnate assieme a un team di sette tra scienziati e ingegneri.

Cosa fa Neuralink

Come spiega la stessa azienda con sede a Fremont, in California, lo scopo principale è quello di creare un’interfaccia cerebrale generalizzata per ripristinare l’autonomia di coloro che oggi hanno bisogni medici insoddisfatti e sbloccare il potenziale umano domani”. Creando interfacce cervello-pc, gli scienziati ritengono che questa tecnologia possa cambiare in meglio la vita delle persone. Secondo la loro mission, non è previsto (almeno per adesso) che l’essere umano diventi “robotizzato” ma il fine è quello di dare “alle persone con tetraplegia la capacità di controllare i propri computer e dispositivi mobili con il pensiero”.

Come funziona

Gli esperti di Neuralink spiegano che la loro interfaccia cervello-computer è completamente impiantabile, esteticamente invisibile e progettata per consentire di controllare un computer o un dispositivo mobile ovunque si vada. La custodia del chip è biocompatibile: chiamato “impianto N1”, è sigillato ermeticamente in un involucro “che resiste a condizioni fisiologiche molte volte più severe di quelle del corpo umano”. Questo impianto è alimentato da una sorta di micro batteria che funziona in modalità wireless dall’esterno tramite un caricabatterie induttivo compatto. Grazie a chip tecnologicamente avanzati, personalizzati e a basso consumo vengono elaborati i segnali neurali che sono trasmessi, in wireless, all’applicazione di Neuralink in grado di decodificarli e registrare “l’attività neurale attraverso 1024 elettrodi distribuiti su 64 fili. Questi fili altamente flessibili e ultrasottili sono fondamentali per ridurre al minimo i danni durante l’impianto e oltre”, spiega la società di Elon Musk.

Quello che viene chiamato “Robot chirurgico” possiede dei fili talmente sottili “che non possono essere inseriti dalla mano umana”. La testa robotica è poi dotata dell’ottica e dei i sensori di cinque sistemi di telecamere. “L’ago, che è più sottile di un capello umano, afferra, inserisce e rilascia i fili”.

Quali sono gli obiettivi

Gli obiettivi futuri sono molto ambiziosi: se adesso il primo chip serve soprattutto ad aiutare chi è affetto da patologie neurologiche e chi non ha più gli arti, nei prossimi anni Neuralink ha l’ambizione di ripristinare capacità come la vista, la funzione motoria e la parola ma anche di “espandere il modo in cui viviamo il mondo“. Cosa significa? Probabilmente che questa tecnologia potrebbe servire anche a chi non ne ha bisogno (per quanto riguarda la salute) ma che possa davvero diventare parte integrante dell’essere umano con tutti i dubbi e i timori che la gran parte della Scienza nutre tutt’ora.

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