Il 2023 si è rivelato diverso rispetto alle attese, sia in campo economico sia in quello finanziario, e ha insegnato molto agli investitori. Tre, in particolare, le lezioni chiave per affrontare la Borsa nell’anno in corso.
Prima lezione: il rendimento obbligazionario è tornato su livelli che non si vedevano da oltre un decennio. Oggi l’high yield Usa si attesta al 7,70% e quello euro a 6,19% contro il 4,9% medio segnato nel periodo 2013-2021 dai fondi obbligazionari alto rendimento. I rendimenti delle obbligazioni societarie euro di buona qualità (rating investment grade) si posizionano al 3,86% e quelli dell’area del dollaro al 5,31%. Potrebbero scendere nel corso dell’anno, alla luce dei possibili tagli dei tassi, ma è improbabile tornino vicini allo zero. I bond possono pertanto tornare a essere una solida base nei portafogli. La seconda lezione è il cambio di rotta nella politica monetaria della Fed e della Bce nella lotta all’inflazione. Nella riunione di dicembre la banca centrale Usa ha infatti mandato i primi segnali di disponibilità ad allentare il costo del denaro. La Bce lo scorso 25 gennaio ha mantenuto le carte coperte ma potrebbe iniziare a tagliare i tassi verso la metà dell’anno in corso.
L’ultima lezione del 2023 è che conviene restare investiti. I risparmi sono frutto di sacrificio ed è giusto scegliere accuratamente come agire: il consiglio è quello di usare i fondi e di affidarsi all’aiuto di un consulente di fiducia. Ma, una volta presa la decisione, l’investimento va mantenuto.
Per esempio, un risparmiatore che avesse avuto 100mila euro in fondi bilanciati a fine ottobre 2023, deluso dalle performance (+0,99% da inizio anno) avrebbe potuto disinvestire tutto e impiegare il ricavato in un conto deposito al 4% lordo annuo. A fine dicembre, il suo capitale sarebbe aumentato di 670 euro di interessi.
Peccato che, se avesse mantenuto i 100mila euro nel fondo bilanciato, il suo capitale a fine dicembre sarebbe ammontato a 107.390. A conti fatti 6.720 euro in più rispetto al conto deposito.