Troppo buonismo sull’immigrazione

Troppo buonismo sull'immigrazione

Gentile Direttore,

il fenomeno dei minori non accompagnati che si riducono a vivere in strada e a delinquere è una problematica molto seria. Vorrei capire però per quale motivo se ne discute soltanto oggi. La sinistra ha ignorato il problema e sembra essersene accorta solo adesso che al governo c’è Meloni. A me pare che queste emergenze, così vengono definite, esistessero anche poco più di un anno addietro, quando a guidare il Paese erano i progressisti. Anche i dati lo provano, il numero degli arrivi di minori non accompagnati dai Paesi africani è costante ogni anno ed è di circa mille. Non pensa pure lei che stiamo raccogliendo i frutti di politiche di accoglienza folli e perpetrate per lustri?

Federico Rinaldi

Caro Federico, sono perfettamente d’accordo con te. Il fenomeno dei minori non accompagnati che non trovano posto nelle strutture finendo con il vivere per strada o che, quantunque abbiano collocazione e ospitalità, scelgono e preferiscono la vita sul marciapiede intraprendendo una sorta di promettente carriera criminale in giovanissima età, non è un fenomeno che esordisce e si presenta all’improvviso, quantunque sia questo che la sinistra vorrebbe farci credere, imputando ogni responsabilità a Giorgia Meloni. Di fatto per decenni abbiamo condotto una politica di accoglienza fondata sull’idea completamente errata e falsa che sia sufficiente aprire i porti e le braccia per essere un felice e prospero Paese inclusivo e multiculturale, dove gli extracomunitari si integrano automaticamente, lavorano, osservano le nostre regole, la legge, accettano i nostri costumi. Di cazzate ce ne sono state raccontate, ma permettimi di dire che questa è stata la più colossale della storia. L’integrazione è semmai un processo difficile, lungo, faticoso, i cui risultati, nonostante gli sforzi profusi, sono sempre incerti. E non tutti i migranti giungono qui con la volontà di divenire parte del tessuto sociale ed economico italiano. Per quanto riguarda questi minori, non si tratta mica di bambini o neonati. A 16 anni, comunque alle soglie della maggiore età, si è a tutti gli effetti individui adulti e formati. Questi ragazzi arrivano in Italia con un passato criminale alle spalle già consolidato, il loro curriculum viene solamente perfezionato dalle nostre parti. Occorre riformarli, formarli, rieducarli, affrontare e risolvere i loro nodi interiori, curare le loro patologie psichiche, i loro traumi, cancellare il bagaglio educativo che si portano dietro e trasmettere loro un nuovo modello culturale. Siamo davanti ad una impresa quasi impossibile. Non basta fornire loro il posto letto in una casa famiglia o in un hub. Magari fosse così semplice. Dalle strutture che li accolgono spesso scappano per rubare, spacciare, borseggiare, rapinare. E questo è uno dei motivi per i quali nelle grandi città, in particolare a Milano, sono aumentati certi crimini, che vengono messi a segno a volte da intere bande di minori, che dunque agiscono e si muovono insieme, spalleggiandosi, creando una specie di branco che non lascia scampo ai malcapitati. Ecco perché alcune carceri minorili stanno esplodendo per il sovraffollamento.

Di chi è la colpa di questa e di altre storture simili? Di Meloni che è a capo dell’esecutivo da poco più di un anno o dei precedenti governi che non hanno gestito il fenomeno migratorio limitandosi a subirlo passivamente?

È fallito un modello di accoglienza che non è stato disegnato e realizzato dalla maggioranza di oggi, bensì dalle maggioranze progressiste di ieri e di ieri l’altro. Cosa fare?

Innanzitutto, affermare il principio che in Italia non può entrare chiunque. Chi non ha diritto di starci deve essere rispedito al Paese di provenienza. Per quanto riguarda i minori, io ritengo che lo Stato debba compiere uno sforzo superiore, che debba fornire loro gli strumenti necessari perché possano salvarsi e assimilare la nostra civiltà, istruirli, educarli, ospitarli, evitando in ogni modo che possano divenire un problema sociale. Ma attenzione: se, raggiunta la maggiore età, essi dimostrano di non avere la minima intenzione di rispettare le norme e i valori essenziali del nostro ordinamento, allora devono essere rispediti a casa. Senza ma e senza se. Decenni di permissivismo e di buonismo da quattro soldi hanno determinato già troppi danni, alcuni dei quali irreparabili.

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