Dapprima una mail, poi un certificato di morte e un’urna con le ceneri spedite a casa. È così che il marito di Marta, 55 anni, con una professione di prestigio in ambito scientifico, ha saputo che la moglie non c’era più. La donna, originaria di Torino, ha deciso di ricorrere al suicidio assistito in una clinica di Basilea (Svizzera). I familiari sono stati messi al corrente della tragica notizia alcune ore dopo il decesso: “Non mi è stato permesso di vedere il corpo prima della cremazione“, denuncia l’uomo attraverso le pagine di Repubblica.it.
La morte del figlio
Marta non aveva una malattia terminale, ma da mesi combatteva contro la depressione. A gennaio del 2023 aveva subito un grave perdita: il figlio adolescente era morto dopo una lunga ed estenuante malattia. Un lutto da cui la 55enne non è mai riuscita a riprendersi, nonostante avesse intrapreso un percorso di psicoterapia. “Eravamo fiduciosi che si sarebbe ripresa“, raccontano i familiari della donna. Ma così non è stato. Da qui la scelta di mettersi in contatto con una clinica in Svizzera per porre fine alla sua sofferenza.
I contatti con la clinica
Tutto comincia la scorsa estate. “Già a luglio – ricostruisce il marito della 55enne – mia cognata aveva scoperto che Marta stava andando in una clinica svizzera nella quale si pratica il suicidio assistito“. A quel punto i familiari l’hanno raggiunta a Basilea. “Abbiamo raggiunto Marta – continua l’uomo –e l’abbiamo fatta ragionare. Ci aveva tranquillizzati, assicurandoci di aver accantonato l’idea. Dopodiché abbiamo scritto all’associazione spiegando che mia moglie aveva subito un grave lutto, che stava passando un periodo di depressione e che chiedevamo di poter essere messi in contatto con la figura che la stava seguendo nel percorso di suicidio assistito. Non abbiamo mai ricevuto risposta“.
La mail
Marta è morta il 12 ottobre scorso. Dodici ore prima del decesso, il suo avvocato ha ricevuto un sms con le ultime volontà della donna: “Per favore, vai a casa, stacca le utenze, regala vestiti in beneficenza e affida a mio marito l’urna con le ceneri di nostro figlio“. Allarmato dal messaggio, il legale ha contattato subito il marito dell’assistita, che vive in Canada, ed ha sporto denuncia di scomparsa. Spulciando nella casella di posta elettronica, l’uomo ha trovato una mail (peraltro finita nello spam) che annunciava la dipartita della moglie: “Ho ricevuto a casa l’urna con le sue ceneri e uno scarno certificato di morte sul quale non sono indicate le cause“. Il decesso di Marta nella clinica svizzera è stata accertato dalle autorità italiane. “Al netto del nostro dolore personale – concludono i familiari – ci chiediamo quanto sia giusto tutto questo“.