Non sono pochi. E sono motivati. Scendono in piazza (anche ieri) hanno interlocutori nei partiti, e si muovono sul web.
Sono amici di Hamas, ormai si può dire senza timore di smentita, dopo che sabato a Milano, un ragazzo di 25 anni li ha clamorosamente smascherati con un gesto geniale, nella sua semplicità. Mentre centinaia di manifestanti erano attestati su via Padova, premendo sulla polizia, scandendo slogan deliranti contro gli agenti e apostrofando lo Stato ebraico con i peggiori epiteti, questo giovane di origini bergamasche, Mihael Melnic (foto) ha preso quattro fogli attaccandoli con dello scotch, quindi con un eyeliner nero – lo ha raccontato ieri al Corriere – ha scritto quattro paroline semplici: «Free Gaza from Hamas». E gli autonomi, e i centri sociali, e i Giovani palestinesi, che erano sotto, lo hanno contestato, insultato e minacciato. E lui serafico sorrideva. «Con quel cartello ho espresso un pensiero che dovrebbe essere universale – ha osservato ieri – e cioè criticare un’organizzazione terroristica. Ossia Hamas. Se avessi voluto provocare i manifestanti, avrei scritto altro».
Così, con un cartello di fogli A4 e una matita per gli occhi ha dimostrato che quella piazza, pigramente definita «pro Palestina», o pro palestinesi, in realtà fa il gioco di un movimento islamista che i palestinesi li tiene sotto scacco e li usa come scudi umani. «È significativo – commenta Davide Romano direttore del Museo della brigata ebraica – gli stessi manifestanti che dicono che il popolo palestinese non è Hamas, quando si critica Hamas si offendono. La maschera è caduta definitivamente: in piazza ogni settimana ci sono i sostenitori di Hamas. Gente che evidentemente condivide con loro il progetto di genocidiario di distruggere Israele».
Il corteo di sabato non era autorizzato e ci sono stati scontri. «È evidente – ha detto la presidente delle Comunità ebraiche Noemi Di Segni – che di memoria in quel tentativo di manifestare nonostante la sospensione per rispettare il Giorno della Memoria, ce n’è poca, di odio che incita violenza molto». Ieri centri sociali e giovani arabi sono tornati in piazza, autorizzati. «Dicono di sostenere la Palestina – ha detto Matteo Salvini – e poi strappano i cartelli della Lega, ammiccano a Hamas, insultano Israele e i suoi abitanti, fischiano chi vuole la pace e si scontrano con le Forze dell’ordine.
Il principale organizzatore delle manifestazioni in cui, da ottobre, si demonizza Israele, presidente della cosiddetta «Associazione Palestinesi in Italia» Mohammed Hannoun, sabato ha garantito che le donne prese in ostaggio da Hamas sono state trattate «come regine». Pochi giorni fa è stata pubblicata una sua vecchia foto sorridente in compagnia con Ismail Haniyeh, leader della formazione islamista artefice dei massacri del 7 ottobre su donne e civili, aspetto che lui sostanzialmente nega: Hannoun parla di «resistenza» palestinese. A maggio ha preso parte alla Conferenza europea dei palestinesi a Malmö. In prima fila con lui una deputata grillina. Ma sono molti i politici che ha incontrato in questi anni anche alla Camera.
Intanto in rete si sta diffondendo un «tam-tam» per sostenere l’agenzia Onu ormai compromessa con i violenti: l’Unrwa sotto inchiesta. Molti attivisti protestano per i fondi governativi tagliati e propongono una mobilitazione per rimpiazzare le risorse pubbliche tagliate con donazioni private. E poco importa cosa abbia fatto.