Il mondo del cinema piange Sandra Milo, scomparsa a quasi 91 anni (li avrebbe festeggiati l’11 marzo). Musa di Federico Fellini, per il quale recitò in “8 e mezzo” e in “Giulietta degli spiriti”, ha avuto una lunghissima carriera nel mondo dello spettacolo, spaziando dal grande schermo alla tv. Nel giorno della sua dipartita si sprecano fiumi di inchiostro sulla sua vita. Tra i dettagli interessanti ci sono le idee politiche di Salvatrice Elena Greco (questo era il vero nome di Sandra Milo). Simpatizzava per le idee socialiste. Questo, almeno, raccontò lei stessa riferendosi agli anni della giovinezza, vissuti a Viareggio.
Nella capitale del Carnevale si era trasferita nel dopoguerra, con la famiglia. Anni difficili ma belli, tra le macerie figlie del conflitto e la voglia di ripartire, che portava con sé la speranza. “Nelle persone c’era tanta voglia di ricominciare – raccontò al Tirreno – un entusiasmo straordinario che oggi manca. Ho vissuto in Versilia un periodo fondamentale per la mia formazione, un periodo che mi ha insegnato che tutto può ricominciare, che non bisogna perdere il coraggio, una massima che mi ha seguito poi per tutta la vita”.
Dalla Toscana si trasferì giovanissima a Milano, per lavorare nel mondo della moda, e poi a Roma, inseguendo il sogno del cinema. Ma non dimenticò mai quell’imprinting toscano, che aveva forgiato il suo modo di vivere e persino le sue idee. “Quando lavoravo con Fellini molte delle scenografie dei suoi film erano costruite dai maestri del carnevale, e io di carnevali ne ricordo tanti… Non riuscivo a fare a meno di passeggiare sul lungomare spesso insieme anche a Repaci (Leonida, ndr). Lui aveva folti capelli bianchi che il vento gli sollevava e sembrava avesse un’aureola. Sempre a Viareggio lessi il suo libro ‘I fratelli Rupe’ e da lì cominciai ad interessarmi ad idee socialiste“.
Chi era Repaci? Intellettuale di sinistra, dopo aver partecipato alla Prima guerra mondiale (decorato al valore) iniziò a fare l’avvocato e a scrivere. Nel 1924 si candidò nel Pci ma non fu eletto. Arrestato insieme Sandro Pertini e ad altri antifascisti, nel 1925, con la sua famiglia subì la repressione del regime. “La storia dei Rupe”, figlia di quegli anni difficili, nel 1933 gli valse il Premio Bagutta.
Ma torniamo a Sandra Milo. Come dicevamo, dedicò tutta la sua vita al cinema e allo spettacolo. Ma si interessò anche alla politica, vicina alle idee del Partito socialista, e in modo particolare al suo leader indiscusso degli anni Sessanta, Pietro Nenni, padre del riformismo autonomista. In seguito, negli anni Ottanta, ebbe un legame stretto con Bettino Craxi, segretario del Psi. Da anni sulla breccia, volto noto della tv (dopo decenni nel cinema), diede una mano al partito del garofano partecipando a diverse campagne elettorali. Insieme ad altri vip del mondo della moda e dello spettacolo, fece parte di quel mondo di “nani e ballerine” con cui qualcuno, in modo sprezzante, descrisse la corte craxiana.