Al Pentagono stanno rivedendo i criteri per assegnare il livello di segretezza a diversi programmi ora considerati “top secret“. Si parla di programmi e attività legate essenzialmente allo spazio, il quarto dominio che è interconnesso con gli altri quattro, e ciò può valere come precedente per “allentare” le maglie della segretezza all’interno del compartimento Difesa statunitense. L’obiettivo è quello di intraprendere una strada che possa “facilitare” le operazioni quotidiane e il promemoria, che punta a ridisegnare in perimetro entro il quale, si dovrà continuare ad operare nella massima segretezza, ovviamente, è ancora “classificato”. Ma qualche indicazione è stata resa nota, perché segretezza e sicurezza nazionale sono legate da un doppio filo rosso.
I vertici del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti hanno firmato recentemente un promemoria che dovrà rimuovere “le barriere di classificazione legacy” che hanno inibito la “capacità di collaborare all’interno del governo degli Stati Uniti e anche con questioni relative allo spazio“. Ciò è avvenuto formalmente nell’ultima decade di dicembre 2023 ed è stato reso noto all’inizio del corrente anno. Il promemoria che traccia il nuovo perimetro dei criteri di segretezza (e sicurezza) da applicare ai documenti e alla informazioni, secondo quanto riportato, “riscrive completamente” le linee guida interne al Pentagono ormai “vecchie da decenni”, applicando “grandi cambiamenti nelle informazioni disponibili al pubblico sullo spazio e sui programmi spaziali dall’ultima guida alla classificazione”.
Il promemoria definirà contestualmente le “classificazioni minime” per accedere alle informazioni relative ai programmi in base al proprio livello di lasciapassare, determinando se un programma debba essere considerato ad accesso speciale (Sap). “Tutto ciò che possiamo portare dal livello Sap a un livello top-secret, ad esempio, [fornisce] un enorme valore al combattente, un enorme valore al dipartimento”, spiegano al Pentagono.
I programmi di accesso speciale, secondo il protocollo del governo federale degli Stati Uniti, comprendono informazioni altamente classificate che prevedono speciali restrizioni per la consultazione, a differenza della “normali informazioni classificate” di livello inferiore, e possono riguardare, per portare degli esempi, i Black project come quelli portati avanti dalla divisione di ricerca e sviluppo aeronautica Skunk Works che opera all’interno dell’Aerea 51, o le operazioni di routine che riguardano settori o regioni particolarmente sensibili. A questi si aggiungono dati essenziali sulla sicurezza delle telecomunicazioni criptate, viaggi presidenziali, rapporti di intelligence.
Top Secret alias “sicurezza”
Il timbro top-secret su dossier, documenti, piani e ordini viene di norma applicato a tutte quelle informazioni che potrebbero causare “danni eccezionalmente gravi” alla sicurezza nazionale se rese accessibili a profili privi delle autorizzazioni necessarie, le “security clearance“. Questo perché potrebbero essere impiegate contro l’entità che le detiene, dando vita a casi di spionaggio – in Italia abbiamo recentemente affrontato un caso – con la conseguente rivelazione di particolari che possono influire in modo negativo su programmi, piani, strategie, decisioni di breve, medio e lungo termine a svariati livelli implicando svariati settori. L’interconnessione citata in apertura, può rendere un’informazione sullo “spazio” essenziale anche per i domini dell’aria o del cyber-spazio, e via dicendo.
Le informazioni classificate come segrete o comunque confidenziali, possono causare criticità nell’intero apparato se divulgate in modo improprio, ma allo stesso tempo la classificazione rappresenta spesso un ostacolo interno che rallenta quei settori che collaborano tra loro e non posso consultare informazioni a cui non hanno accesso per “semplificare” le operazioni quotidiane tra chi gioca nella stessa squadra. Ciò comprende spesso dati d’archivio classificati come segreti anche dopo molto tempo.
I livelli di segretezza del Pentagono
Il sistema della Difesa degli Stati Uniti prevedere per i militari e per le figure governative tre livelli di segretezza. Essi sono confidenziale, segreto e top secret. Il livello confidenziale, siglato con la lettera “C”, riguarda tutte le informazioni che potrebbero “danneggiare” la sicurezza nazionale. Il livello segreto, siglato con la “S”, riguarda quelle informazioni che potrebbero “danneggiare seriamente” la sicurezza nazionale. Sono classificate come “top secret” tutte le informazioni che potrebbero provocare – se divulgate impropriamente – danni “eccezionalmente gravi” alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Tutti i documenti governativi e militari siglati con la lettera “U” sono invece considerati “non riservati”, dunque non classificati. La “U” sta per unclassified.
In Italia applichiamo un criterio simile per le informazioni classificate, usando i livelli di “Riservatissimo”, “Segreto” e “Segretissimo”. Per consultare questo tipo di informazioni bisogna essere muniti dell’appropriata abilitazione di sicurezza.
Un futuro più accessibile
La cosiddetta “sovraclassificazione” è considerata un vecchio problema della Difesa statunitense secondo molti funzionari dello stesso governo degli Stati Uniti e diversi membri degli apparati militari che operano ai margini del perimetro di sicurezza. A questo si aggiungono quanti fanno parte delle società appaltatrici della Difesa che sono in stretta collaborazione con il Pentagono in una vasta gamma di programmi.
Questo nuovo sforzo, o apertura che si prefigge di risolvere il “problema” è stato rallentato e complicato delle violazioni registrate nel settore dell’intelligence di “alto profilo” che al contrario hanno suggerito un serio rafforzamento del perimetro di sicurezza dopo i casi Snowden, Mannig e del più recente caso Teixeira; registrando l’accesso ai dati classificati e rivedendo i profili degli abilitati. Tuttavia, a causa della frequente collaborazione del Pentagono con appaltatori esterni, l’accesso a dati utili a svolgere il lavoro quotidiano richiede delle modifiche necessarie alla fruibilità di tutte quelle informazioni “confidenziali”, segrete o top-secret che non rappresentano una minaccia reale per la sicurezza nazionale; ma possono al contrario facilitare processi di ricerca e sviluppo rendendo l’apparato più “efficiente”.
In conclusione, “declassificare” alcuni programmi considerati Sap e Top Secret nel futuro potrà facilitare i rapporti tra le varie realtà che collaborano all’interno e all’esterno del Dipartimento della Difesa, consentendo agli Stati Uniti di condividere più informazioni con alleati e partner internazionali. Ma questo al costo di aumentare il rischio che tali informazioni possano essere trafugate da avversari e concorrenti.