Un assorbente femminile con la scritta in rosso sangue «La tassa di essere donna». È l’immagine scelta per una pagina pubblicitaria pubblicata ieri sui quotidiani italiani per promuovere la petizione su change.org lanciata dal collettivo femminista Onde Rosa e sostenuta dalla Coop.
L’obiettivo è convincere l’esecutivo a eliminare l’Iva o, in alternativa, a ripristinare l’aliquota del 5% sui prodotti igienici destinati al pubblico femminile durante il periodo delle regole. Il governo Draghi con la manovra 2022 aveva ridotto l’imposta dal 22% ordinario al 10% e nel 2023 l’esecutivo Meloni aveva ulteriormente abbassato il prelievo al 5%, ma dal primo gennaio l’aliquota è tornata al 10% causando le proteste di associazioni e movimenti di varia estrazione che si battono per la parità di genere.
La deputata di Fratelli d’Italia nonché componente della commissione Bilancio di Montecitorio, Letizia Giorgianni, si è trovata così costretta a ribadire le motivazioni all’origine della scelta del governo. «Il taglio Iva da noi introdotto non aveva portato per i consumatori i risultati sperati – ha spiegato – perché a beneficiarne erano solo i produttori; pertanto il ragionamento del governo, a fronte di un risparmio irrisorio per le consumatrici (forse 10 euro l’anno), è stato investire quei 300 milioni in altro, concentrando quelle risorse per le fasce più fragili».
Insomma, una scelta politica dettata dalla convinzione che i sostegni ai redditi bassi consentano di sopportare anche un leggero incremento di prezzo. Come ha spiegato la deputata di Fdi, Ylenja Lucaselli, «non abbattiamo l’Iva per far guadagnare di più produttori e distributori ma per dare un reale beneficio al consumatore e se questo non c’è, usiamo le risorse in modo diverso».
A parità di costo del dispositivo (generalmente attorno ai 3 euro), i cinque punti di Iva in più pesano per 15 centesimi. Ovviamente, poi dipende dai rivenditori e anche dalla loro politica di marketing. Ad esempio, lo sponsor dell’operazione «Firmiamo e fermiamo un’ingiustizia» è Coop, il colosso «rosso» della grande distribuzione, che “in polemica” con le scelte del governo aveva deciso di farsi carico di quel 5% di Iva in più a partire dal primo gennaio fino alla fine di aprile. Una scelta politica anche questa come un po’ politica è anche Onde Rosa di cui fanno parte l’assessore del Comune di Milano Gaia Romani e l’advisor del sindaco Silvia De Dea. Per quanto l’esecutivo abbia motivato le proprie scelte, va detto che Coop e Onde Rosa hanno fatto un’opposizione molto più concreta della sedicente femminista Elly Schlein.