Il M5S tenta il blitz nel decreto Milleproroghe per assumere nei ministeri, ma anche negli altri ranghi della pubblica amministrazione (Comuni, enti, Inps, Regione), i collaboratori parlamentari con l’aiutino del concorso riservato.
La norma, ora in esame in prima commissione alla Camera dei deputati, consente a tutti i collaboratori dei politici, come Rocco Casalino per citare un esempio, di essere assunti con la qualifica di dirigente al ministero con una procedura speciale.
A fine legislatura, nel 2027, potrebbero usufruire della stessa corsia preferenziale anche gli attuali consulenti del gruppo M5s tra cui gli ex senatori Paola Taverna e Vito Crimi. Insomma, i grillini si trovano così bene nella scatoletta di tonno che vogliono rimanerci fino alla pensione. Con la proposta di emendamento al decreto Milleproroghe, depositata in commissione Affari costituzionali, il M5s di Giuseppe Conte ammaina definitivamente la bandiera dell’anti-casta. L’emendamento porta la firma di cinque deputati del M5s: Riccardo Ricciardi, Carmela Auriemma, Alfonso Colucci, Leonardo Donno, Daniela Torto. L’escamotage è ben costruito.
Nel testo dell’emendamento pentastellato si legge «al fine di assicurare continuità alle specifiche professionalità maturate negli uffici dei gruppi parlamentari e nelle attività di assistenza dei collaboratori ai parlamentari attraverso un piano assunzionale nel triennio 2024-2026 si richiede una procedura speciale nei bandi, con una riserva del 50 per cento dei posti, per i collaboratori dei parlamentari che, nel corso degli ultimi 15 anni, abbiano prestato servizio per almeno 10 anni, anche non continuativi, alla data di pubblicazione del bando».
Nel paragrafo successivo l’emendamento amplia la platea dei fortunati, prevedendo l’assunzione riservata anche per «i collaboratori che negli ultimi 10 anni abbiano prestato servizio per almeno 5 anni, anche non continuativi, alla data di pubblicazione del bando». La traduzione del burocratese è semplice: la norma punta a creare un percorso speciale per chi ha lavorato nei gruppi parlamentari. Perché rientra Casalino? Il guru della comunicazione grillina ha tutti i requisiti: la sua collaborazione con il M5s inizia nel 2014 proprio nei gruppi parlamentari, salvo poi ritornarci dopo l’esperienza a Palazzo Chigi al fianco di Conte. Il requisito dell’anzianità dei 5 anni inserita nell’emendamento è rispettato. A fine legislatura potrebbero avere lo stesso requisito anche Paola Taverna e Vito Crimi, che dopo la fine dell’impegno parlamentare, sono stati recuperati con contratti al gruppo M5s. Sia chiaro. La norma salva-collaboratori non vale solo per il M5s. Ma consentirebbe a tutti i partiti, dal Pd alla Lega, di poter sistemare i propri staffisti. Fa specie che a presentare questa proposta sia proprio il M5S, entrato in Parlamento per abolire i privilegi al grido di uguaglianza e onestà.