Il Milan sciupone ha la faccia sconsolata di Stefano Pioli che prima di andare a dormire, sabato notte, ha confessato il suo panico. «Lunedì dovrò parlare a lungo con la squadra perché ho timore che questo risultato possa lasciare il segno» la sua preoccupata analisi. Ma in questo caso più che puntare sull’opera di convinzione, è meglio studiare alcune cifre significative di questo Milan che, ripetute nel tempo, offrono una chiave di lettura attendibile. La prima su tutte è la seguente: 25 gol subiti, come Napoli e Roma, in 22 partite. Troppi per chi ha ambizioni di primato e persino di postazione Champions. Da queste parti la fragilità difensiva è un indice troppo importante per rimanere trascurata dietro le lucine del miglior secondo attacco (43 fatti). Da cosa dipenda tale fragilità è persino evidente: da una parte il numero di infortuni a lunga scadenza che ha colpito principalmente il ristretto nucleo di difensori centrali, dall’altra la conformazione tecnico-fisica del centrocampo che in assenza di Tonali ha scelto la strada dei “giochisti” come Reijnders, Adli, Loftus Cheek perdendo per strada oltre che Pobega anche Krunic in rotta di collisione con club e tecnico a causa del mancato rinnovo contrattuale.
Pioli stesso aveva già ammesso pubblicamente il difetto sostenendo la tesi che «è possibile comunque difendere meglio da squadra». È stato smentito dal Bologna che non ha mai patito, se non nella parte finale della sfida, lo strapotere milanista nel proporre gioco. E in questo caso è impossibile scovare rimedi nella rosa a disposizione perché, ad esempio, dal mercato fin qui non è arrivato alcun contributo, promesso tra l’altro allo stesso Pioli. L’altro tema del Milan sciupone è quello del record di due rigori falliti nella stessa partita. Ha commentato sarcastico Pioli: «Succede ogni dieci anni!». In effetti, in casa del Milan, è accaduto nel passato soltanto nel 1955 e a parziale consolazione di Giroud e Theo Hernandez, a sbagliare due rigori furono “nientepopodimenoche” Schiaffino e Nordahl in un Milan-Spal. «Leao mi ha chiesto di tirare lui il prossimo, in allenamento non è che faccia sempre centro, vedremo» il retroscena raccontato da Pioli.
E probabilmente ad accentuare il bilancio negativo è stata anche la mossa finale: far entrare cioè il nuovo arrivato Terracciano, da poco istruito al compito di difensore laterale, che si è fatto cogliere di sorpresa dallo scatto di Kristiansen provocando il rigore trasformato poi da Orsolini.