“Bonaccini lumaca sul sisma. E a sinistra tutti zitti”

"Bonaccini lumaca sul sisma. E a sinistra tutti zitti"

Onorevole Foti ieri il Giornale rivelava che l’efficientismo tanto sbandierato dal governatore Bonaccini nella sua regione ha delle zone d’ombra, a iniziare dai ritardi nella ricostruzione dopo il terremoto del 2012.

«I dati, diffusi dalla stessa Regione, dimostrano come ci siano voluti undici anni per arrivare a una parziale ricostruzione. Nel comparto delle opere pubbliche e dei beni culturali pubbliche ci sono lavori che devono essere ancora progettati».

E pensare che dopo l’alluvione la sinistra ha attaccato il governo parlando di ritardi negli aiuti.

«Questo dimostra la strumentalità degli esponenti del Pd emiliano che terrorizzati dalla possibilità di perdere anche la Regione hanno pensato di confondere l’opinione pubblica con una inutile polemica. I fatti dimostrano che per riattivare al completo aree colpite da simili catastrofi ci vogliono tempi adeguati».

A proposito di candidature per le prossime Regionali, come si conciliano il mutato peso politico che il suo partito ha bisogno di vedere riconosciuto con la necessità di non stravincere per non compromettere la stabilità della coalizione?

«È il buonsenso che deve guidare, come fin qui ha sempre fatto, il centrodestra. Qui nessuno vuole mettere bandierine. D’altronde il caso Sicilia dimostra la disponibilità di FdI che ha rinunciato alla Regione – nonostante l’ottimo lavoro di Musumeci – dal momento che gli alleati ritenevano che vi fossero condizioni di dialogo non sufficienti».

Quindi anche gli altri governatori uscenti possono essere messi in discussione?

«È un ragionamento da fare collegialmente. Per alcuni la conferma è scontata. Laddove ci sia un candidato migliore del governatore uscente non bisogna farsi remore a compiere la sostituzione».

Un tweet di congratulazioni per Trump. Poi un ordine del giorno pacifista che sposa la linea della diplomazia nella guerra tra Mosca e Kiev. Vi preoccupa la nuova linea barricadera della Lega?

«È giusto che ogni partito della coalizione faccia le sue valutazioni pur essendo necessaria in politica estera avere una linea non ondivaga. È innegabile che l’Italia sia schierata a fianco dell’Occidente contro l’inopinata invasione russa e contro l’attacco terroristico di Hamas a Israele».

Con un emendamento FdI vuole modificare la norma anti-ribaltoni e limitare il campo delle opzioni in cui è applicabile. Per quale motivo?

«Posto che gli emendamenti verranno approvati, quando sarà il momento, da tutta la coalizione, penso che simul stabunt simul cadent sia la forma preferibile. Fatti salvi i casi di impedimento personale del premier a continuare».

Cosa nel pensa della proposta di Giorgetti di vendere la quota di Poste di proprietà del Tesoro, mantenendo quella di Cdp?

«Non serve il 70% per governare una società. Basta assicurarsi la golden share per controllare che vengano seguite le linee di indirizzo che lo Stato reputa indispensabili. Rafforzare società strategiche con capitali privati le rende più competitive».

Il caso Zuncheddu , con l’assoluzione dopo più di trent’anni di carcere, quali considerazioni suscita sullo stato di salute della giustizia?

«Ovviamente è un’eccezione assurda e deprecabile. Ciò che mi preoccupa è piuttosto la lentezza della macchina della giustizia anche a causa delle carenze di organico. E mi auguro anche che si arrivi alla separazione delle carriere».

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