Vicara, la trascurata nobiltà del Grignolino

Vicara, la trascurata nobiltà del Grignolino

Il Monferrato è forse il Piemonte enologicamente più vero, piedi in terra e testa alta, senza un certo odore di spocchia che ogni tanto si avverte nelle vicine Langhe. I suoi vini sono generosi e ricchi, non a caso celebrati da secoli, i suoi castelli sono austeri, le cantine scavate nel tufo, gli “infernot”, un luogo affascinante.

Espressione tra le più convincenti di questo territorio è la cantina Vicara, che percorre una strada che ha sempre in vista la tradizione ma con un concetto contemporaneo e quasi sartoriale. I metodi di coltura e vinificazione sono pertanto antichi e classici, così come le uve utilizzate (anche se non mancano uvaggi con varietà internazionali), ma interpretati secondo i dettami dell’agricoltura sostenibile. I terreni si estendono per circa 70 ettari, dei quali 33 vitati, sulle colline tra Alessandria e il Po, nei comuni di Salabue, Serralunga di Crea, Ozzano, Treville e Osignano Monferrato, e sono suddivisi in tre corpi principali – Bricco Uccelletta, Carcanara e Vadmon – con caratteristiche pedoclimatiche differenti. I vigneti hanno tra i sette e i settant’anni e sono a Guyot, con potature corte a dare rese contenute ma molto più espressive. La lotta ai parassiti è condotta secondo i metodi naturali integrati e biologici.

Retrogusto Vicara

I vini sono nel complesso eleganti eppure ben loquaci. Il mio prediletto è l’Uccelletta, un Grignolino del Monferrato Casalese doc che viene prodotto in poche bottiglie soltanto nelle annate che lo meritano. L’etichetta, nell’annata 2018 da me assaggiata, valorizza al meglio quello che è probabilmente l’autoctono piemontese più antico, con il suo colore rosso scarico, con scie aranciate, il naso speziato, balsamico, nobile e austero e la bocca tagliente, verticale, con tannini vellutati e grande persistenza. Un vino davvero sorprendente. La gradazione è 14,5.

Gli altri rossi del territorio sono Fleisa, una Freisa del Monferrato doc di grande struttura, il .G, un altro Grignolino del Monferrato Casalese doc, indomabile e minerale, il Cascina Rocca 33, una Barbera del Monferrato doc di grande potenza, il Cantico della Crosia, una Barbera del Monferrato Superiore doc che ha in particolare un naso ricco e balsamico, il Volpuva, una Barbera del Monferrato doc che spicca per la sua versatilità. Nel Rubello, un Monferrato Rosso doc, spunta del Cabernet Sauvignon ad accompagnarsi alla Barbera, dando vita a un vino rotondo e un po’ più accomodane rispetto al resto della carta. Completano i quadri lo Spumante Brut Rosé Domino, da uve Grignolino con breve contatto con le bucce e lavorato secondo il metodo Martinotti (quindi con rifermentazione in autoclave). Due i bianchi: il Monferrato Bianco doc Airales, da uve Chardonnay e Sauvignon e il Crosietta, un bizzarro blend di Barbera, Grignolino e Chardonnay vinificati in bianco.

Retrogusto Vicara

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