Si è conclusa a Milano dopo alcune ore la manifestazione di protesta pro-Palestina, che ha violato le indicazioni fornite dal ministro Matteo Piantedosi alla vigilia. Il sit-in, autorizzato, si è presto trasformato in un tentativo di corteo che è stato fermato dagli agenti in tenuta antisommossa. Si sono registrati momenti di tensione quando i manifestanti hanno cercato lo sfondamento ma il corteo è stato contenuto e non ha proseguito per il percorso che avevano prestabilito. “Basta complicità con l’occupazione sionista, no ai rapporti commerciali e militari tra Italia e Israele“, si leggeva su uno degli striscioni esposti.
Il contatto tra la polizia e i manifestanti, come spiega la questura, è avvenuto alle 16.40, quando è stata messa in atto una dinamica di contenimento “per resistere al violento tentativo di un gruppo di manifestanti di contravvenire alle disposizioni“. I poliziotti e i carabinieri, si legge ancora nella nota, “hanno fronteggiato in maniera decisa quella porzione di dimostranti anche in virtù delle prescrizioni adottate ieri da via Fatebenefratelli secondo cui la manifestazione avrebbe dovuto avere luogo domani“. Per tale ragione, è stata rafforzata la presenza del personale “alle due estremità del segmento di via Padova in cui era contenuto il gruppo di manifestanti“. Mezz’ora dopo, impossibilitato allo sfondamento, il gruppo si è mosso in senso opposto, nuovamente verso piazzale Loreto, dove ha trovato un altro blocco che ha impedito il passaggio. A quel punto, è iniziato il deflusso delle persone.
La manifestazione è stata organizzata dai “Giovani palestinesi” con il supporto di sigle quali Osa e Cambiare rotta, oltre a USB – Unione sindacato di base. Non sono poi mancati i soliti centri sociali, soliti infiltrati che si uniscono alle manifestazioni solo per creare disordini e cercare lo scontro con le forze dell’ordine. Comunque, nonostante i proclami e le frasi di circostanza, gli slogan anti-Israele e antisemiti non sono mancati. “Assassini, assassini“, hanno urlato alcuni manifestanti. E davanti a un ragazzo che, da una finestra, ha esposto un cartello in cui si chiede di liberare Gaza da Hamas, i manifestanti hanno urlato insulti e anche minacce. “Sappiamo dove abiti“, hanno scandito.
Una dimostrazione della composizione fondamentalmente antisemita del corteo. “Nonostante il divieto del prefetto Sgaraglia, oltre 1.200 persone si sono ritrovate a piccoli gruppi ed hanno provato a manifestare a favore della Palestina. A dire il vero, di palestinesi, se ne sono visti davvero pochi ma, viceversa, si è trattato dei soliti anarchici e no-global dei centri sociali“, è il commento dell’onorevole Riccardo De Corato.