Alla fine, i cortei pro-Palestina si stanno svolgendo. Milano, Roma, Napoli e Cagliari sono state quelle in cui i Giovani Palestinesi hanno comunque dato appuntamento in questo 27 gennaio, Giorno della Memoria, per protestare contro Israele. Una provocazione, nient’altro che questo, che il ministro Piantedosi ha prescritto per evitare problemi di ordine pubblico. La richiesta alle sigle che hanno indetto le manifestazioni è stata quella di rinviare i cortei ma, com’era prevedibile, questo non è accaduto. Ogni corteo che si è tenuto oggi è da considerarsi non autorizzato.
A Milano il corteo si è dato appuntamento in piazzale Loreto e ha iniziato la sua marcia verso in direzione di viale Padova, dove però la strada è stata sbarrata dagli agenti in tenuta antisommossa e dalla Digos. “Questa scelta del ministro Piantedosi è uno scandalo. Hanno tentato di impedirci di scendere in piazza perché hanno paura della verità, vogliono rendere il Giorno della Memoria una narrazione sterile, noi vogliamo agire in modo concreto“, ha dichiarato il rappresentante dei manifestanti durante uno degli interventi. “Noi ricordiamo gli orrori dell’olocausto, nei confronti del popolo ebraico, ma c’è ostilità contro il sionismo che punta allo sterminio della popolazione palestinese in una terra“, ha proseguito. Per questo motivo bruciano le bandiere Israeliane durante queste manifestazioni. A Milano ci sono stati momenti di tensione: gli agenti in tenuta antisommossa schierati sono numerosi e quando hanno sbarrato la strada ai manifestanti hanno subito il lancio di bottiglie.
L’ipocrisia di questi cortei si riconosce bene in queste dichiarazioni, fatte da chi nega l’esistenza di Hamas come organizzazione terroristica e considera i fatti del 7 ottobre come un’azione di rivolta lecita. Ma a Roma si va anche oltre e nel corso della manifestazione è stato esposto un manichino con la faccia del premier israeliano Benjamin Netanyahu, vestito da deportato con la stella di David, le mani incatenate e insanguinate. L’ennesima provocazione di una piazza che manifesta contro Israele, che il ministro Piantedosi ha cercato di contenere per evitare disordini. “Qui segnalo che non faremo passi indietro rispetto alle intimidazioni e rispediamo al mittente le accuse infamanti di antisemitismo rivolte a noi con il tentativo di strumentalizzazione per delegittimare le iniziative in solidarietà con la Palestina“, dicono dalla piazza di Roma, la stessa in cui è stato esposto il manichino.
Il vero problema di queste manifestazioni, spesso, è la presenza dei collettivi studenteschi, che nella maggior parte dei casi scendono in piazza con l’obiettivo di scontrarsi con le forze dell’ordine. “hanno provato a negare il genocidio che da 70 anni c’è in Palestina. Siamo qui per ricordare che in Palestina ci stanno studenti che lottano come noi. Hanno tentato di andare contro la manifestazione, ma noi studenti siamo qui“, è una delle tante dichiarazioni, tutte uguali, rilasciate dai collettivi Osa e Cambiare Rotta a Milano.