La ferma volontà del governo di aprire le porte a un concorrente di Stellantis è stata ribadita da Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy. «La concorrenza fa bene al nostro Paese – ha affermato ieri a – e il nostro obiettivo è quello di produrre di più in Italia. Vogliamo che chi riceve interventi dello Stato, come Fiat ha ricevuto nel tempo, produca qui. E chi lascia l’Italia deve restituire le risorse ricevute negli ultimi 10 anni».
Quindi, la proposta lanciata dal ministro al conduttore del programma L’aria che tira: «Perché non organizzi nella trasmissione un confronto tra me e Tavares?». Un’idea, quella del faccia a faccia con l’ad di Stellantis, che piace anche al leader di Azione ed ex ministro Carlo Calenda: «Credo sia doveroso – le sue parole – che Tavares venga a spiegarci non cosa dobbiamo fare noi, ma quali sono gli investimenti previsti. Poi la seconda parte – “se volete di più dovete darci più agevolazioni e sconti” – è normale, ma viene dopo».
Urso ha voluto fare chiarezza sui rapporti tra Palazzo Chigi e il presidente di Stellantis, John Elkann, anche editore, attraverso Gedi, del quotidiano La Repubblica, che ha attaccato il premier Giorgia Meloni. «Non c’è alcuno scontro in atto, bensì un confronto trasparente e lineare. Con il presidente Elkann, l’ad Tavares e i loro rappresentanti mi sono incontrato più volte. Abbiamo insediato un “Tavolo Stellantis” con l’obiettivo di produrre di più in Italia, perché nel 2022 sono stare realizzate appena 457mila vetture», ha spiegato.
Sempre Urso, nell’occasione, è tornato a mettere il dito nella piaga, evidenziando l’eccessivo sbilanciamento in chiave francese del gruppo nato dalla fusione di Psa con Fca. «Era subito chiaro – ha ricordato il ministro che all’epoca delle nozze, come presidente del Copasir, aveva presentato una relazione sull’operazione in atto – che quella fusione non avveniva per incorporazione e nemmeno era paritetica in quanto la rappresentanza francese risulta maggiore rispetto a quella italiana, e poi in quanto cambiano gli assetti azionari».
Resta da vedere se Tavares accetterà l’invito in tv di Urso a parlare pubblicamente di questi problemi. Alcune risposte, in verità, l’ad di Stellantis le aveva date al recente incontro, nello stabilimento abruzzese di Atessa, con alcuni giornalisti italiani. E sulla possibilità che un costruttore di auto raccogliesse l’invito del governo per investire e insediare la produzione in Italia, il top manager portoghese era stato categorico: «Se l’Italia vuole introdurre una concorrenza non interferisco, sono pronto a competere, poi valuteranno se tale scelta è giusta».
Il ministro Urso, inoltre, ha preso molto male il messaggio inviato da Stellantis ai fornitori sulle opportunità produttive offerte dal Marocco e i ponti d’oro di quel governo per gli investitori, lettera di cui era entrato in possesso il collega Calenda che poi ha diffuso. «Mi auguro che Stellantis smentisca questa lettera che circola e tenga invece fede agli impegni sulla produzione che ha preso», la sua reazione. «Il governo – concorda infine Gianmarco Giorda, direttore generale di Anfia (Associazione filiera italiana automotive) – fa bene ad adoperarsi per intercettare un secondo costruttore di veicoli. Ma occorre lavorare sui fattori di competitività».