Il dominio dell’anticiclone Zeus è assoluto: sarà tra oggi e domani che si toccheranno i picchi di calore in montagna e sul nostro Centro-Sud con temperature anche di 20°C in pieno giorno ma l’alta pressione continuerà ad agire indisturbata anche per i cosiddetti “Giorni della Merla” e per gran parte della prossima settimana che ci traghetterà a febbraio. Dell’inverno, per adesso, nessuna traccia se non nelle temperature minime e nelle carte dei modelli matematici che fiutano qualcosa nel prossimo futuro.
Qual è la data
“L’inverno non è finito“, spiegano gli esperti: nonostante la palese anomalia in atto che avvolge tutto il bacino del Mediterraneo (temperature elevate anche in Spagna), c’è ancora tutto il mese di febbraio e gran parte di marzo affinché la stagione invernale possa fare la voce grossa. La prima data del suo ritorno sembra essere quella di sabato 3 febbraio quando, secondo gli ultimissimi aggiornamenti dei modelli, si andrebbe incontro a “una possibile svolta a scala emisferica” con “le proiezioni sul medio e lungo periodo iniziano a fiutare il rischio di una poderosa irruzione di aria fredda con effetti anche sul nostro Paese”, sottolinea Mattia Gussoni de Ilmeteo.it.
Cosa può succedere
Sia il Centro Americano (Gfs) che quello Europeo (Ecmwf) fiutano una discesa di aria artica che può invadere tutto il Paese “dalla Porta del Bora favorendo un drastico calo delle temperature a partire da Triveneto e dai settori adriatici”. Gli esperti sottolineano, però, che non si tratterebbe di nulla di eccezionale ma di una normale freddata invernale che sarebbe acuita soltanto dai numerosi giorni con cieli sereni, assenza di precipitazioni e valori superiori alle mdie del periodo. “Dal punto di vista climatico e statistico la seconda parte di stagione risulta spesso ricca di soprese a causa di imponenti scambi meridiani (dal Polo Nord verso il bacino del Mediterraneo) in grado di destabilizzare l’atmosfera”.
Impossibile da stabilire, al momento, le zone più colpite dai fenomeni perché tutto dipenderà dall’eventuale formazione di mimini di bassa pressione: solitamente, quando l’aria fredda irrompe da est a essere più colpiti risultano le regioni adriatiche e il Sud. Viceversa, se la discesa artica dovesse creare i presupposti per un’area di bassa pressione sul tirreno, ecco che sarebbe il lato opposto d’Italia ad avere i fenomeni maggiori. Gli esperti sottolineano che trattandosi di lungo termine “quella che vi proponiamo è solamente una visione generale sul tempo atteso e non una previsione dettagliata per la singola località o utile per pianificare la propria vita privata”.