Una misura preventiva, lo stazionamento di armi nucleari americane sul territorio del Regno Unito, per affrontare la minaccia russa qualora dovesse essere necessario. A rivelarlo è il Telegraph, dopo aver visionato alcuni documenti del Pentagono. A riprova della decisione della Difesa Usa, contratti di appalto per una struttura della RAF di nuova fattura nel Suffolk: qui verrebbero collocate testate nucleari con potenza superiore di tre volte la bomba sganciata su Hiroshima nel 1945.
La rivelazione del Telegraph sui piani Nato in Uk
Un passo indietro di ben 15 anni rispetto alla decisione del 2008 di rimuovere i missili nucleari dal Regno Unito, nel momento in cui la minaccia nucleare sembrava ormai lontana, a quasi vent’anni dalla fine della Guerra Fredda. La rivelazione giunge come corollario degli avvertimenti che i Paesi della Nato dovrebbero dare ai loro cittadini, per prepararsi a una eventuale guerra con la Russia, secondo la tesi dell’ammiraglio Rob Bauer, che ritiene che un eventuale conflitto con la Russia muterebbe radicalmente la vita di milioni di cittadini europei e non. Dichiarazioni in sintonia con il contenuto poi rivelato dai documenti: file non secretati che si trovano nel database degli appalti pubblici del Dipartimento della Difesa Usa e che citano una “missione nucleare imminente” e un “dormitorio di sicurezza” per armi tattiche da poter schierare su F-35. I documenti rivelano, inoltre, l’acquisto di scudi balistici per proteggere il personale militare ma anche infrastrutture meno tattiche come gli alloggi dei militari.
Per la Nato, inefficienza britannica?
Ancora più lapidario il generale Patrick Sanders, che ha spostato la questione sulla capacità di risposta militare a un attacco russo: Sanders ha infatti sostenuto che in caso di conflitto con Mosca, i cittadini dovrebbero essere pronti ad andare al fronte perché l’esercito britannico non ha le capacità e le dimensioni sufficienti per sostenere la guerra “totale”. Toni decisamente distopici, che avevano costretto Downing Street a una sorta di rettifica che escluso la coscrizione obbligatoria, per evitare di diffondere il panico. Ma la notizia ha già destato scalpore fra i sudditi di Sua Maestà, di fronte alle rimostranze della Marina degli Stati Uniti che ha esortato il Regno a rivedere le dimensioni delle proprie Forze Armate. L’ex premier Boris Johnson ha cavalcato la notizia e l’umore del momento, dichiarandosi pronto ad arruolarsi in caso di entrata in guerra contro la Russia.
La Nato e la guerra ” a pezzi”
Il ritorno della armi nucleari nel Regno Unito non è ovviamente una decisione a senso unico da parte di Washington: fa parte di un programma a livello Nato per potenziare gli eventuali siti nucleari in caso di conflitto: l’accresciuta apprensione per un’eventuale guerra totale è ovviamente figlia della guerra in Ucraina e dell’atteggiamento ostile inaugurato da Vladimir Putin, cancellando i passi avanti compiuti tra est e ovest nei primi anni Duemila. Da Mosca la reazione non è tardata ad arrivare: il Cremlino ha infatti bollato la strategia deterrente Nato come una “escalation” che andrebbe accolta con misure compensative. Tuttavia, anche se la Russia fagocita i timori occidentali, all’orizzonte vi sono ulteriori minacce che si profilano nel prossimo futuro: si pensi all’escalation nel Mar Rosso, al conflitto a Gaza e alla postura internazionale assunta dall’Iran. Tutte sfide che, di fatto, hanno già trascinato l’Occidente in una Terza Guerra Mondiale a pezzi.