Al netto della narrazione che sta continuando senza sosta ormai da 48 ore, la soluzione del giallo sull’abbattimento dell’Ilyushin 76 è legata al nome di Maksym Kovalenko. L’ingegnere 33enne, catturato in battaglia nei mesi scorsi dai russi nel Dnipropetrovsk, è il passe-partout di tutta la vicenda. Mosca ha pubblicato il suo nome tra quelli dei 65 prigionieri ucraini morti nello schianto. Kovalenko però sarebbe già stato liberato nel corso di uno scambio di soldati il 3 gennaio, sostiene Kiev. A casa tuttavia non è mai arrivato, la famiglia non ha sue notizie da mesi. Secondo fonti del ministero della Difesa russo, Kovalenko è ancora agli arresti, e verrà scambiato quando le due parti decideranno di mediare un’ulteriore liberazione di prigionieri. La lista insomma non era corretta.
Il «fantasma» di Kovalenko sta creando imbarazzo su entrambi i fronti. Se davvero è ancora vivo potrà chiarire molte cose su quanto accaduto mercoledì mattina nei cieli di Belgorod. I video della scena dell’incidente, pubblicati sui social, non mostrano resti di corpi umani, e secondo le informazioni disponibili solo cinque cadaveri sono stati portati all’obitorio di Belgorod. Si tratta del comandante Bezzubkin, dell’assistente Chmirev, del navigatore Vysokin, dell’ingegnere di volo Piluev, del tecnico di volo Zhitenev e dell’operatore radio Sablinsky. Ha inoltre i crismi dell’ufficialità la notizia che ad abbattere il velivolo sono stati tre missili del sistema Patriot in dotazione all’aeronautica di Kiev. «Abbiamo gli strumenti e le capacità per colpire il nemico dove non se lo aspetta», spiega il comandante delle forze d’aria Oleschuk.
L’altro tira e molla riguarda lo spazio aereo: Dmitry Peskov, portavoce di Putin (ieri a Kaliningrad), ha dichiarato che gli 007 ucraini avrebbe ricevuto un avvertimento un quarto d’ora prima che l’Ilyushin 76 transitasse. Kiev tuttavia esclude qualsiasi richiesta scritta o verbale di rendere sicuri i cieli di Belgorod. «Purtroppo, possiamo ipotizzare diversi scenari, tra cui la provocazione e l’uso di prigionieri ucraini come scudo umano per il trasporto di munizioni e armi per i sistemi S-300», dice Yusov, che aggiunge: «Sul velivolo avrebbero dovuto esserci alti funzionari russi, ma gli 007 di Mosca hanno proibito loro di salire a bordo».
Intanto sono state trovate le due scatole nere dell’Ilyushin 76, mentre i russi hanno mostrato il luogo dell’incidente. Presto saranno decrittate in un laboratorio del ministero della Difesa. La consegna dei due dispositivi è prevista per oggi. «Difficile tuttavia sperare che Mosca riveli il contenuto ai media. Se dovesse accadere ci troveremmo di fronte a notizie distorte e di propaganda», dice il ministro della Difesa ucraina Umjerov. Zelenskyi ha affermato che Kiev insisterà per un’indagine internazionale sulla situazione relativa all’abbattimento.
Nel 701° giorno di combattimenti i servizi segreti ucraini hanno rivendicato di aver attaccato con droni una raffineria di petrolio a Tuapse, in Russia. Le esplosioni hanno provocato un incendio su vasta scala. Durante l’assalto alle posizioni ucraine a Lyman (Donetsk), l’esercito russo ha catturato un comandante delle Forze armate di Kiev. Il sottosegretario di Stato americano per gli affari europei ed eurasiatici, James O’Brien, si è rifiutato di chiarire se l’amministrazione Usa abbia un piano di riserva nel caso in cui gli aiuti all’Ucraina venissero interrotti. Nella regione di Kursk verranno adottate misure aggiuntive per proteggere le centrali nucleari dai droni di Kiev. La polizia di frontiera ucraina ha rivelato in serata importanti movimenti di soldati bielorussi sul confine. Aspri combattimenti sono tutt’ora in corso ad Avdiivka.