“Era sano”. A Mestre è ancora giallo: la perizia sull’autista del bus

L'autista Alberto Rizzotto

Nessun malore prima che il bus precipitasse dal cavalcavia di Mestre lo scorso 3 ottobre. L’ennesima perizia effettuata sul corpo di Alberto Rizzotto, l’autista di 40 anni che guidava il pullman di turisti il giorno del terribile incidente, ha confermato che l’uomo non soffriva di malattie cardiache. Secondo i medici, la morte di Rizzotto sarebbe stata provocata dallo sfondamento del cranio, in conseguenza della caduta del mezzo da un’altezza di più di dieci metri. A distanza di più di tre mesi fa ancora discutere la vicenda che ha visto coinvolte diversi turisti. Il volo del bus che si è schiantato al suolo in maniera violenta ha provocato il decesso di ventuno persone e il ferimento di altre quindici.

La lunga indagine

Gli inquirenti che indagano sull’incidente hanno posto la loro attenzione, fin dall’inizio, su tre questioni in particolare: le condizioni del guardarail e del ponte, un eventuale guasto del pullman e un possibile malessere improvviso dell’autista Rizzotto. La notizia degli esami medici, che escluderebbero definitivamente il malore del conducente, spingono coloro che stanno indagando a valutare le altre due altre piste. Le immagini di quella sera sono state viste e riviste più volte nel tentativo di trovare elementi utili a scoprire le cause dell’incidente.

La vicenda

Il bus aveva da poco imboccato il cavalcavia quando è virato verso destra. Una volta colpito il guardrail, il mezzo ha strisciato lungo la barriera per una cinquantina di metri prima di precipitare nel vuoto con il carico di passeggeri. A perdere la vita, oltre ad Alberto Rizzotto, erano stati diversi turisti stranieri: nove ucraini, quattro romeni, tre tedeschi, due portoghesi, un sudafricano e un croato. Le verifiche del manto d’asfalto e del guardrail sono state molto accurate. L’ispettore del ministero dei Trasporti ha addirittura proceduto alla scannarizzazione del cavalcavia che sarà riprodotto in 3D. Dalle prime analisi è subito emerso che il ponte presentava i segni evidenti dell’usura, ma bisognerà attendere ancora un po’ per avere la relazione dell’esperto.

Gli esami sul cuore dell’autista

Quando nel mese di ottobre fu fatta l’autopsia sul corpo dell’autista non emersero particolari elementi che facessero pensare a un malore avvertito dall’uomo. Nell’incertezza furono richiesti degli approfondimenti, concentrandosi in particolare sul funzionamento del cuore. Dalla seconda analisi sembrava fossero emerse alcune anomalie, anche se non molto evidenti. Adesso, da un terzo e più approfondito esame, è emerso che il cuore era perfettamente sano e che quindi non sarebbe stato l’autista a provocare l’incidente. Le scatole nere piazzate sul bus, inoltre, non hanno fornito prove particolari, ecco perché si dovrà indagare ancora a fondo per ricostruire realmente cosa è successo lo scorso 3 ottobre sul cavalcavia di Mestre.

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