Non ce la fece a venire rieletta sedici mesi fa alle ultime elezioni politiche dopo essere stata candidata per il Senato come capolista nel collegio plurinominale Sicilia 02. Stefania Prestigiacomo ha dovuto dire addio alla politica attiva dopo ventotto anno ininterrotti in Parlamento, otto dei quali è stata anche ministra (due volte). La deputata siciliana è sempre stata militante all’interno della formazione politica fondata da Silvio Berlusconi e ancora adesso – seppur in forme diverse – sta proseguendo il proprio lavoro per fare crescere Forza Italia. Da quel 1994 molte circostanze sono inevitabilmente cambiate, ma per l’ex ministra si posso aprire nuove strade anche se non è più una parlamentare.
Quasi trent’anni in Parlamento
Stefania Prestigiacomo nasce a Siracusa il 16 dicembre 1966 in una famiglia di imprenditori. Dopo essersi laureata in Scienze dell’Amministrazione presso la Libera Università Maria Santissima Assunta, nel 1990 – a soli 23 anni – viene scelta come presidente del Gruppo Giovani Imprenditori della sua città natale. Poi , ecco l’ingresso in politica: l’annuncio della discesa in campo di Berlusconi, avvenuta esattamente trent’anni fa, la spinge a candidarsi per Forza Italia per le elezioni del marzo 1994, in occasione delle quali viene eletta per la prima volta alla Camera dei deputati. “Avevo ventisette anni quando sono stata eletta in Parlamento, con tanta passione, voglia di cambiare e un po’ di ingenuità“, aveva raccontato in un’intervista al quotidiano La Sicilia. Nel corso di quella breve legislatura diventa firmataria della legge contro la violenza sessuale sulle donne: è il provvedimento che trasforma il reato di violenza sessuale da “delitto contro la moralità pubblica e il buon costume” a reato “contro la persona”.
Due anni dopo, alle elezioni del 1996, è nuovamente rieletta deputata. Fino al 2001, negli anni in cui al governo ci saranno quattro governi di centrosinistra, ricopre l’incarico di vicepresidente del gruppo parlamentare di Forza Italia a Montecitorio, di componente della commissione lavoro pubblico e privato e di membro del gruppo interparlamentare Italia-Spagna. Ecco poi arrivare la prima volta al governo all’inizio del nuovo millennio: Prestigiacomo è la nuova ministra delle Pari opportunità sotto i governi Berlusconi II e III. È tra i più giovani ministri della storia della Repubblica. In questi cinque anni promuove fortemente l’introduzione delle quote rosa al fine di garantire la rappresentanza femminile nelle assemblee elettive. Nel 2008 è la volta invece del ministero dell’Ambiente: a lei si deve l’avvio del divieto di uso per i sacchetti di plastica non biodegradabile, l’introduzione du limiti molto più rigidi sulle trivellazioni petrolifere off-shore e il varo del piano nazionale di prevenzione per il dissesto idrogeologico.
L’autonomia di giudizio di Stefania Prestigiacomo
Nel 2011 terminerà la sua esperienza ministeriale, ma proseguirà quella come deputata visto che verrà confermata in Parlamento anche alle elezioni del 2013 e del 2018, sempre per Forza Italia. C’è da dire, tuttavia, che non sono state le occasioni in cui si è espressa in maniera difforme rispetto alla linea ufficiale del partito. Per esempio voto sì al referendum dove si chiedeva se abrogare o meno la legge che vietava la fecondazione assistita. Nel 2019, insieme ai colleghi Riccardo Magi (+Europa) e Nicola Fratoianni (Sinistra italiana) salì a bordo della Sea Watch 3 per verificare la situazione sanitaria e legale dei 47 migranti e tutti e tre chiesero di far sbarcare subito tutti i migranti a bordo. Contro di loro, ma in particolare contro di lei, si è scagliò il vicepremier Matteo Salvini: “Parlamentari italiani (fra cui uno di Forza Italia) non rispettano le leggi italiane e favoriscono l’immigrazione clandestina? Mi spiace per loro, buon viaggio“.
Nel novembre 2020, insieme a quattro colleghi di partito (Giusi Bartolozzi, Elio Vito, Matteo Perego e Renata Polverini) votò a favore del disegno di legge a prima firma del deputato Alessandro Zan (Partito Democratico) recante “misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità” per contrastare l’omotransfobia. Una scelta effettuata in dissenso dal suo gruppo parlamentare, che votò contro la norma poi affossata un anno dopo in Senato. Adesso, in attesa di capire se ci saranno eventuali candidature europee, l’unico elemento certo è che Stefania Prestigiacomo voglia continuare a lavorare per Forza Italia. Il 27 settembre 2022 scrisse infatti su Facebook: “Oggi comincia una nuova storia. Io resto in campo, al servizio dell’unico partito in cui ho militato, un partito che mi ha dato tanto e a cui ho dato tanto e con il quale intendo proseguire il mio impegno“.