Attentato alla sede Lega, stangata contro l’anarchico: 14 anni di carcere

La polizia di Brescia ha arrestato Juan Antonio Sorroche, esponente di spicco della galassia anarco-insurrezionalista

Juan Antonio Fernandez Sorroche, l’anarchico spagnolo autore dell’attentato al K3, sede della Lega nel trevigiano, è stato condannato in via definitiva a 14 anni e 10 mesi di reclusione per il reato di attentato per finalità terroristiche o di eversione dalla quinta sezione penale della Cassazione. I giudici hanno dichiarato inammissibili i ricorsi proposti dal procuratore generale di Venezia e dall’imputato.

I fatti risalgono all’estate del 2018, quando venne fatta esplodere una bomba, fortunatamente senza conseguenze, e ne venne disinnescata una seconda. L’intento di causare morte e devastazione in quell’attentato ha convinto i giudici a confermare una condanna a oltre 14 anni di carcere per lo spagnolo. L’azione venne rivendicata da una cellula anarchica, la Haris Hatzimihelakis/Internazionale nera 1881-2018, che aveva progettato l’attacco nel dettaglio, ideando lo come una vera e propria trappola. La prima bomba avrebbe dovuto causare un’esplosione preliminare atta ad attirare l’attenzione e, quindi, anche le forze dell’ordine e i soccorsi. La seconda bomba sarebbe dovuta esplodere proprio nel momento in cui gli agenti si trovavano sul posto. Un disegno criminale ben preciso e mirato quello messo in piedi dalla cellula anarchica, che non ha funzionato solo grazie all’intervento tempestivo delle forze dell’ordine, che si sono accorte del filo.

Le due bombe erano piuttosto artigianali nella loro fabbricazione, realizzate utilizzando delle pentole a pressione con un semplice innesco ma riempite con chiodi e polvere pirica per fare quanto più male possibile. Ci vollero mesi per arrivare al nome di Sorroche, nome già noto alle forze dell’ordine, con precedenti complessivi per 6 anni di reclusione. Nei mesi in cui la compagine anarchica si è mossa per Alfredo Cospito, ci sono state manifestazioni anche per Sorroche, da anni recluso e per il quale è stata chiesta la liberazione. Ovviamente questo non è avvenuto e oggi l’anarchico è stato condannato a una pena definitiva. Prima dell’arresto, l’uomo si nascondeva nelle valli bresciane con il supporto di un conoscente locale, legati agli ambienti anarchici.

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