Il 64% degli italiani è favorevole al riconoscimento dei diritti inviolabili dell’uomo sin dalla nascita, mentre il 76% vorrebbe il riconoscimento del reato di duplice omicidio in caso di donna in gravidanza. Questi sono solo due dei dati più interessanti di una rilevazione effettuata da Noto Sondaggi e commissionata da Pro Vita & Famiglia onlus.
Secondo questa ricerca, presentata oggi l’Hotel Nazionale, a Roma, durante la conferenza stampa “Semplicemente Umano”, organizzato dalla onlus in collaborazione con World Youth Alliance, il 57% degli intervistati ritiene che il criterio principale per distinguere un essere umano è che abbia un dna, proprio come accade fin dal momento in cui viene concepito. Dati che “sono l’ennesima conferma di quanto diciamo da sempre con le nostre battaglie in favore della vita, in ogni sua fase e condizione, e per i diritti di donne, bambini e di tutte le persone”, spiega Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus riferendosi al fatto che “i diritti umani hanno inizio nel grembo e tutti i diritti inalienabili hanno senso e possono essere riconosciuti, a cascata, solo se c’è il primo dei diritto, quello alla Vita”. Secondo Coghe “lo Stato deve intervenire concretamente e far diventare legge provvedimenti di civiltà e umanità”, come la proposta di legge proprio sul duplice omicidio.
“La vita ha inizio dal momento del concepimento per il 36% dei cittadini, ma il dato schizza al 43% se a rispondere sono solo le donne”, spiega Antonio Noto che aggiunge: “Allo stesso modo ben il 53% delle donne pensa che ‘l’embrione umana sia una vita umana a pieno titolo’ – il 47% del totale degli intervistati – dichiarandosi dunque d’accordo con l’affermazione fatta dal Comitato Nazionale di Bioetica”. Il 52% pensa, invece, che bisognerebbe dare maggiore spazio alle discussioni scientifiche e bioetiche sull’umanità del concepito quando si parla di aborto. Gli italiani sono altresì convinti che il dibattito sull’aborto sia basato molto su posizioni ideologiche e 5 su 10 pensano che l’affermazione scientifica che la vita umana inizia dal concepimento non farebbe cambiare idea a chi è favorevole all’aborto. “All’origine di tutti i mali di questa nostra società liquida c’è il fatto che il bambino nel grembo sia stato ‘cancellato'”, dice Toni Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus secondeo cui “se non si riconosce la dignità della persona umana fin dal primo istante, allora tutto è possibile: aborto, manipolazioni genetiche, fecondazione artificiale, utero in affitto e compravendita di bambini”. Il rischio è quello di sdoganare la pedofilia e la pedopornografia oppure che siano trascurati i bambini e gli adolescenti che ogni anno scompaiono in Italia (17.130 nel 2022). O, peggio ancora, il timore è quello di trascurare persino i figlicidi dato che “ogni due settimane un genitore uccide un figlio”. Per questo motivo Pro Vita lancia una “campagna affinché – dice Brandi – la società riconosca l’umanità del concepito in nome di tutti i piccolissimi che non possono parlare e che vengono assemblati, manipolati, venduti e uccisi come se niente fosse”.
All’evento ha partecipato anche il capogruppo dei senatori azzurri Maurizio Gasparri che ha ricordato: “Ho presentato a inizio legislatura la proposta di legge a difesa del concepito, che è stata considerata addirittura quasi un crimine” e, rifererendosi ai risultati del sondaggio, ha aggiunto: “Ove si dovesse tornare a discutere della 194, credo che questi punti di vista e queste opinioni vadano prese in considerazione, anche se ogni volta che si tenta semplicemente di parlare di questa legge sembra ci sia una lesa maestà”. Secondo Gasparri “gli aiuti alle donne sono fondamentali e dovremmo prevedere ancora di più aiuti economici perché significherebbe salvare più di una vita, non solo quella della madre”. Il senatore Alfredo Romeo, capogruppo della Lega a Palazzo Madama, ha spiegato: “Nel mio disegno di legge vogliamo, tra le altre cose, anche il riconoscimento del concepito come membro del nucleo familiare. Questo sarebbe fondamentale, per la famiglia, per ottenere fin da subito quelle agevolazioni e quei sostegni economici e fiscali importantissimi per accogliere una nuova vita”. E ha aggiunto: “Il nostro dovere è quello di mettere ogni donna nelle condizioni migliori possibili per decidere liberamente, per non essere indotta da disagi economici o sociali o altri motivi a scegliere per forza una strada”. Marina Casini, presidente della Federazione Internazionale One of Us e presidente del Movimento per la Vita, ha posto l’accento sul fatto che “riconoscere la piena umanità dei figli concepiti e non ancora nati -è la condizione per una reale tutela della donna e della sua libertà durante la gravidanza” e, a tal proposito, sono fondamentali i Centri di Aiuto alla Vita e i servizi SOS Vita e Progetto Gemma. Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia onlus ritiene che la campagna per il concepito sia la “più grande contro le discriminazioni”. Lo sguardo, come sempre, è rivolto alla marcia per la vita del 25 maggio prossimo.