L’integratore che salva il cervello: scopre depressione e disturbi mentali

L'integratore che salva il cervello: scopre depressione e disturbi mentali

Potrà diventare l’integratore del futuro per il benessere del cervello, da affiancare ai farmaci. Ma anche il primo biomarcatore naturale per la diagnosi precoce di psicosi. Si chiama palmitoiletanolamide, acronimo Pea, e su di lei sono puntati i riflettori degli esperti della Società di NeuroPsicoFarmacologia (Sinpf), riuniti a Milano per il loro XXV Congresso nazionale.

Questo composto organico – prodotto dal nostro organismo e presente in alimenti come uova, piselli, pomodori e soia, già utilizzato come integratore per i suoi effetti analgesici e antinfiammatori – nella review si è dimostrato «fondamentale per il benessere del sistema nervoso centrale – spiegano i neuropsicofarmacologi – grazie alla sua azione sul sistema degli endocannabinoidi coinvolto in funzioni essenziali come la memoria, il dolore, l’umore, l’appetito e la risposta allo stress. In futuro gli esperti prospettano un impiego dell’integratore «anche per contrastare problemi di memoria e declino cognitivo. La Pea, i cui livelli tendono a diminuire anche con l’età, protegge infatti i neuroni e sembra poter migliorare memoria, linguaggio e funzionalità cognitiva nelle attività della vita quotidiana». «Le ricerche – osserva Claudio Mencacci (nella foto), co-presidente Sinpf e direttore emerito di Neuroscienze all’ospedale Fatebenefratelli Sacco di Milano – hanno dimostrato che la Pea ha le potenzialità per proteggere i neuroni: può migliorare funzioni come la memoria e l’apprendimento riducendo lo stress ossidativo e l’espressione di marcatori pro-infiammatori, e riequilibrando la trasmissione eccitatoria cerebrale». E, addirittura, può favorire la produzione di nuovi neuroni in alcune aree decisive per la memoria come l’ippocampo».

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