«L’unico uomo di cui ho avuto paura nella vita era una donna e si chiamava Griselda Blanco». Una dichiarazione di stima professionale non firmata dal primo narcos che passa: sono parole di Pablo Escobar. Si apre con questa citazione la prima puntata di Griselda, miniserie di sei episodi (da un’ora ciascuno) in arrivo il 25 gennaio su Netflix (visibile anche su Sky Glass, Sky Q e tramite la app su Now Smart Stick) che racconta la storia di Griselda Blanco, la narcotrafficante colombiana conosciuta negli anni Ottanta come «La Regina della Coca».
La trama segue abbastanza fedelmente la vicenda di questa spietata capobanda, nata in uno dei quartieri più degradati e poveri di Cartagena che a commissionato centinaia di omicidi. Il racconto di Griselda inizia con la fuga della donna da Medellin e il trasferimento prima a New York e poi a Miami, e prosegue con la feroce lotta per la costruzione del suo impero criminale. La nostra a quell’epoca era già passata attraverso la prostituzione per sopravvivere ed un incredibile di situazioni degradanti. Abbastanza per darle una ferocia superiore a quella di molti dei suoi concorrenti maschi al potere. La serie è decisamente un bel prodotto grazie alla produzione curata da Eric Newman e Andrés Baiz (i due cervelli di Narcos e Narcos: Messico) ma soprattuto grazie all’interpretazione dell’attrice colombiana Sofia Vergara, celebre per il ruolo di Gloria Delgado-Pritchett in Modern Family. Vera stella della comicità se la cava altrettanto bene con il timbro drammatico.