Missione a Bruxelles per l’Associazione bancaria italiana e il suo presidente, Antonio Patuelli. Per l’occasione, l’associazione lancia un messaggio chiaro alle istituzioni europee, che si approssimano a rinnovarsi con il voto in estate: «Ora che il focus deve necessariamente spostarsi sulla competitività e la crescita, c’è bisogno non di una deregolamentazione e di un sistema normativo e regolatorio più semplice, efficiente ed anche flessibile perché la natura senza confini del digitale e l’evoluzione della fintech chiedono un rapido adeguamento alla situazione in continuo cambiamento», scrive l’Abi nel documento «Le banche motori della competitività europea», presentato proprio ieri a Bruxelles.
Patuelli, che quest’anno arriverà alla scadenza del suo mandato e si giocherà la conferma, ha partecipato ad alcuni incontri istituzionali sulle priorità del settore bancario europeo in vista delle elezioni europee di giugno. Il processo di semplificazione delle regole «dovrebbe precedere l’esame di qualsiasi eventuale nuova proposta legislativa nel settore dei servizi finanziari», prosegue l’Abi. La valutazione del quadro normativo complessivo dovrebbe anche essere mirata a «rendere finalmente concreto e attuale il principio di proporzionalità, sempre enunciato ma mai applicato».
In Europa, del resto, è ancora arenato il progetto di completamento dell’unione bancaria, peraltro spesso citato da grandi banche italiane del calibro di Intesa Sanpaolo e Unicredit come un freno alle aggregazioni transfrontaliere auspicate dalla stessa Europa.
Della medesima opinione è anche l’Associazione di Palazzo Altieri, la quale sottolinea nel suo intervento che «lo sforzo di semplificazione delle normative dovrebbe essere affiancato anche da una profonda armonizzazione dei diversi impianti giuridici nazionali, con l’obiettivo di arrivare quanto prima a dei testi unici per banche e finanza».