Disarmare la caccia è un segno di civiltà

Disarmare la caccia è un segno di civiltà

Gentile Direttore Feltri,

sebbene lei sia percepito come una persona addirittura cinica, mostra spesso una particolare sensibilità nei confronti dei soggetti più deboli o emarginati della società: senzatetto, malati, carcerati, ma anche animali. Sono un animalista convinto, oltre che uomo di destra, mi definisco un conservatore. Mal sopporto, tuttavia, il sostegno che il centrodestra dà alla caccia e ai cacciatori. Ho letto di una proposta di legge, presentata da un deputato leghista, Francesco Bruzzone, volta alla liberalizzazione dell’attività venatoria, che potrebbe essere praticata sette giorni su sette e tutto l’anno. Perché, anziché tutelare la nostra fauna selvatica, la mettiamo in pericolo? Matteo Salvini sulle sue pagine social spesso riporta con toni indignati e di ferma condanna episodi di cronaca che vedono animali indifesi vittime di uomini e donne di qualsiasi età, alcuni addirittura giovanissimi. Come si concilia questo spirito animalista espresso dalla Lega con la promozione della caccia ad opera dei leghisti stessi?

Paolo Rossi


Caro Paolo,

in effetti la destra è animalista ed il primo partito ad esserlo fu quello fondato da Silvio Berlusconi, Forza Italia, che, grazie anche all’impegno della mia cara amica Michela Vittoria Brambilla, la quale sta dedicando la sua esistenza a questa causa, ha portato all’interno delle istituzioni tematiche riguardanti la tutela dei diritti delle bestie e ha diffuso la consapevolezza che esse sono esseri senzienti, proprio come noi, ossia provano emozioni, sensazioni e sentimenti, dalla gioia alla paura, dal dolore al piacere. Non ricordo nulla di tangibile che la sinistra abbia compiuto a favore dei quattrozampe. I rossi si battono con ardore soltanto contro il fascismo che non c’è. Tornando al Cavaliere, riconosco che i pochi veri grandi uomini che ho incrociato nel corso della mia esistenza sono tutti accomunati, in effetti, da una straordinaria sensibilità nei confronti degli animali. E Silvio non era da meno.

È ovvio che all’interno dei partiti possano essere presenti componenti molto eterogenee tra loro e che alcune di queste possano difendere la caccia, che, a mio avviso, è una attività anacronistica e totalmente inutile, dal momento che oggi le persone, per potersi sfamare, non hanno bisogno di armarsi e andare nel bosco in cerca di selvaggina da mettere sotto i denti dopo averla arrostita sul fuoco davanti alla caverna, alla capanna o alla palafitta. Evidentemente l’essere umano conserva questo istinto, forse si tratta di una sorta di retaggio ancestrale che in taluni emerge con prepotenza. Non saprei. Ciò che so con sicurezza è che i cacciatori costituiscono una categoria anche discretamente ampia di cittadini e, come ogni categoria, hanno diritto ad essere rappresentati.

Alcuni politici, furbescamente, si offrono di farlo, anche se non condividono questa passione, allo scopo di ottenere voti. In Fratelli d’Italia, ad esempio, abbiamo i rappresentanti degli interessi e delle istanze dei cacciatori, ma abbiamo anche gli animalisti convinti come me, quelli che non riescono a concepire la caccia quale attività ludica, di intrattenimento, da fare per diletto, in quanto non può esserci divertimento se il suo prezzo è il sangue di un altro essere vivente.

Un altro animalista sfrenato in Fdi è il presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha confessato di affezionarsi in maniera morbosa persino alle tartarughe. Molto legato al suo pastore tedesco, La Russa vorrebbe aprire gli uffici delle due camere ai quadrupedi, cosa che io stesso feci a Libero, consentendo ai redattori di portare in ufficio i propri cani. Per quanto riguarda Matteo Salvini, egli è sincero quando insorge contro determinati delitti a danno di cani e gatti e non soltanto. Quindi i suoi post sono perfettamente accordati al suo spirito e ai suoi valori. Non ci ravviso nulla di utilitaristico o di finto.

Riguardo la proposta di legge di cui scrivi, mi posso soltanto augurare che non divenga mai legge. Fosse per me, la caccia sarebbe messa al bando. E dello stesso avviso, stando ai sondaggi, è ben il 76% degli italiani, a prescindere dal colore politico.

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