Analisi del sangue, ricerche approfondite su ogni singolo componente dell’albero genealogico, curiosità mirate con il tentativo di scovare chissà quale scandalo appartenente al passato di un esponente del centrodestra: la sinistra, con il pallino dello spettro di una deriva autoritaria, le prova tutte e continua a pretendere che tutti utilizzino la parola “antifascista” per non finire nel calderone di pericolosi mostri che potrebbero ripristinare un regime dittatoriale in Italia. Ma sono tutti pronti a definirsi anticomunisti? Assolutamente no. Lo ha rivendicato a chiare lettere Michele Santoro, fiero della sua posizione che l’ha spinto a spararla grossa.
Il noto giornalista è stato interpellato da Giovanni Floris nel corso dell’ultima puntata di DiMartedì, programma in onda su La7. La domanda rivolta dal conduttore è stata asciutta, priva di giri di parole ed è andata dritta al punto: “Tu ti diresti anticomunista?“. Se si volesse seguire il copione del fronte rosso allora si farebbe notare che davanti a un interrogativo del genere non ci sarebbe spazio né per mezzi termini né per ragionamenti logorroici: o sì o no, o si sta da una parte o si sta dall’altra. E invece Santoro ha preferito partire da un pensiero più ampio e dunque, in un primo momento, non ha fornito una replica nettissima.
“Quando sento la parola comunismo ovviamente mi viene in mente anche Stalin. Dittatura sanguinaria, distruzione del dissenso, carcerazione, violenza di tutti i tipi. Ma non riesco a ridurre la parola comunismo a Stalin“, ha affermato il giornalista. Ma tranquilli: subito dopo si è espresso in maniera eloquente e, a pensarci, forse sarebbe stato meglio se si fosse limitato a un’osservazione generica. Il motivo? Si è reso protagonista di una dichiarazione che si commenta da sola e che mette in mostra quanto sia fragile quella determinazione di una certa sinistra che chiede a tutti di definirsi antifascista ma che balbetta sul comunismo. Prendete appunti e segnate la massima di Santoro: “Nessuno di noi può dirsi anticomunista, tranne quelli che non amano la nostra Costituzione“.
Curioso l’approccio che la sinistra promuove: tutti devono essere antifascisti, nessuno può ritenersi anticomunista. Un atteggiamento che stona assai con quei toni allarmanti lanciati sul conto del centrodestra e con la corsa sfrenata alla parola “antifascista”. Prima delle elezioni del 25 settembre 2022 erano piovute previsioni catastrofiste in caso di vittoria di Giorgia Meloni, che però ha già condannato in maniera durissima le leggi razziali e ha preso le distanze dai totalitarismi. Con buona pace di Elly Schlein che invita a mobilitarsi per fermare l’onda nera e di tutti gli alfieri rossi che dovrebbero fare i conti con la storia.