La truffa ai danni di una donna anziana in fin di vita era stata architettata nei minimi dettagli, ma alla fine non è andata a buon fine e gli autori del raggiro sono stati condannati. Il curioso episodio si è verificato a Roma, nelle vicinanze del Vaticano, dove la vicina di casa di una paziente ricoverata in ospedale in gravi condizioni, con la complicità dell’amministratore di sostegno dell’anziana, ha acquistato in maniera irregolare la nuda proprietà della sua abitazione. Tutto ciò per ottenere un sostanziale sconto sul prezzo. A raccontare la vicenda è stato il quotidiano Il Messaggero, che ha evidenziato i particolari della storia.
La truffa
La 62enne Eliana Lupo, finita sotto i riflettori della giustizia, per mettere in piedi la truffa avrebbe pagato una tangente di 15mila euro all’amministratore di sostegno della donna in fin di vita, l’avvocato Francesco Luoni, il primo a essere condannato con le accuse di corruzione e peculato. Adesso c’è stata anche la sentenza a carico di Lupo da parte dell’ottava sezione penale del Tribunale di Roma. La donna dovrà scontare quattro anni di reclusione per corruzione in atti giudiziari, un anno in meno rispetto a quanto aveva chiesto il pubblico ministero. L’avvocato Luoni era stato arrestato nel 2020, insieme a quelli che l’accusa considera complici: un altro legale e l’imprenditore napoletano Maurizio Chianese. Per gli inquirenti, la banda avrebbe “proceduto sistematicamente alla spoliazione del patrimonio dei loro amministrati, giungendo a far emettere fatture anche per lavori edili risultati non eseguiti”.
La storia
L’avvocato Luoni era stato nominato amministratore di sostegno della donna nel 2017, perché quest’ultima non era più in grado di badare a se stessa. La vicina di casa, venuta a conoscenza del fatto che l’anziana era stata ricoverata in un nosocomio dei Castelli Romani, ha pensato di approfittare della situazione per accaparrarsi a un prezzo di favore l’appartamento della moribonda. Per fare ciò ha corrotto l’amministratore di sostegno, il quale, nel 2018, all’insaputa dei familiari della proprietaria, ha depositato al giudice tutelare l’istanza per la vendita e la locazione dell’immobile. Da quel momento è partita la corsa contro il tempo, poiché il rogito doveva avvenire prima del decesso dell’anziana. La vendita è stata effettuata nei tempi giusti per realizzare la truffa, dato che la proprietaria è morta tre settimane dopo l’acquisto della nuda proprietà.
L’indagine
Dalle verifiche effettuate, però, come ha fatto notare il pubblico ministero, è emerso chiaramente che non c’era alcuna ragione perché l’immobile fosse venduto in manera così veloce, poiché la proprietaria era in ottime condizioni economiche. Era palese, quindi, il raggiro per assicurarsi a un prezzo irrisorio una casa dal valore commerciale di 235mila euro. L’atto di compravendita era statto compiuto a danno dell’anziana e dei legittimi eredi.