La quinta Supercoppa splenderà nella bacheca personale di Simone Inzaghi solo se a fine stagione arriverà anche il primo scudetto. Altrimenti quello che oggi è il primato strappato a due santoni della panchina coma Capello e Lippi finirebbe per essere interpretato come un limite e il titolo di re di coppe e supercoppe gli si ritorcerebbe inevitabilmente contro.
Proprio a Riad si è capito che non sarà semplice: il Napoli di Mazzarri come la Juventus di Allegri, due avversari molto più rognosi da affrontare della Lazio di Sarri (o del Milan di Pioli), due squadre contro cui Inzaghi non può giocare il solito calcio, quello che fra l’altro l’ha portato alla finale di Champions.
All’andata a Torino, Inzaghi si è adattato ad Allegri, evitando di forzare, al fine di limitare i rischi. Pensava, forse, che la Juventus avrebbe perso punti strada facendo. Non è stato così e anzi oggi la Juventus sembra molto più forte e temibile e presumibilmente arriverà allo scontro del 4 febbraio davanti in classifica.
In questo senso, il prossimo turno, l’ultimo prima della sfida diretta, è nodale: Juventus in casa contro l’Empoli al sabato e Inter in trasferta a Firenze la domenica sera. Senza gli squalificati Barella e Calhanoglu. Restare a -1 sembra il massimo delle aspirazioni per Inzaghi. Con in più, le fatiche di Riad da metabolizzare. L’anno scorso, al rientro dalla finale vinta col Milan, i nerazzurri persero in casa con l’Empoli. Stavolta almeno c’è un giorno in più di riposo (ma le gare sono state 2). Insomma, potrebbe non essere semplice.
Nella festa dell’Inter, a Riad si è specchiata la rabbia del Napoli. Dalle ironie di ADL al silenzio con fuga dalla premiazione di Mazzarri, furibondo per il modesto arbitraggio di Rapuano. Gli restano 4 mesi per provare a riprendersi il passato, e d’ora in poi lo farà a modo suo.