È il più antico e partecipato fra i tornei di calcio parrocchiale della Lombardia: 500 partecipanti, quasi cento partite lungo un mese, decine di squadre da tutta la provincia e un album di figurine adesive con tutti i piccoli giocatori. Una piccola Champions.
Il torneo degli oratori di Pavia (organizzato dalla Diocesi e dal suo settimanale, «Il Ticino») è un’istituzione per la città. Dai primi di giugno fino al giorno della premiazione – una festa coi coriandoli sparati in aria e gli abbracci, la gioia incontenibile dei vincitori e la consolazione di chi ha perso – i bambini, tutti, sognano a occhi aperti. O forse dovremmo dire sognavano. Sì perché ieri si è saputo che il torneo degli oratori quest’anno non si giocherà. Niente ventottesima edizione. Cancellata per maleducazione dei «grandi».
«Nel corso dell’edizione 2023 (la 27esima) – l’annuncio – si sono purtroppo ancora una volta ripetuti gravi episodi di mancanza di rispetto delle regole sportive e del fair play». Lo hanno deciso, a malincuore, il vescovo e il comitato organizzatore, con un comunicato che è stato reso noto dall’assessore comunale allo Sport, Pietro Trivi. Un comunicato che spiega dettagliatamente le ragioni dello stop, sottolineando la distanza fra lo spirito degli oratori, «luoghi educativi in cui si insegnano i valori più importanti», e i «fatti deprecabili» di cui «i nostri campi sono stati teatro».
Genitori «ultras», giovani tifosi sugli spalti che insultano i piccoli avversari. Ecco le ragioni: mancanza di cultura sportiva e fair play degli adulti, dei genitori insomma. «Solo il Covid aveva fermato questa meravigliosa manifestazione» si è sfogato un giovane dirigente sportivo di una società della periferia pavese. Preoccupato l’assessore Trivi, che da delegato anche alla Sicurezza ha dovuto affrontare fatti ancora più inquietanti – accaduti in città. «Non si può accettare – dice – che la gioia, la voglia di stare insieme e di competere sportivamente dei ragazzi sia rovinata dai comportamenti beceri maleducati, e verbalmente violenti di pochi adulti». «Ho giocato 5 o 6 tornei – commenta il presidente del Consiglio comunale Nicola Niutta – e ricordo una manifestazione molto bella. Purtroppo c’è stata una deriva e la decisione della Curia mi pare ben ponderata. Spero che lo stop non sia l’unica risposta e che si possa fare altro, senza arrivare ai daspo per adulti. Ci sono iniziative interessanti con ex arbitri, psicologi e altre figure, allenatori, che affiancano con discrezione chi accompagna i ragazzi, consentendo a tutti di partecipare tranquillamente».