La solita sinistra da giorni dibatte sul presunto provvedimento del sindaco di Monfalcone, che avrebbe richiesto l’identificazione di ogni presente all’interno di un centro di cultura islamica della città, siano essi adulti o minori. Si è sollevata la rivolta da parte delle comunità musulmane, che si dicono pronte a presentare un esposto in procura, sostenute dalle sigle rosse ben note, sempre pronte a intervenire quando si tratta di tematiche simili, più timidi quando ci sono altre questioni, che riguardano un numero più considerevole di italiani. Ma davanti alle ricostruzioni fatte dalla stampa di sinistra e dai soliti noti, il sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, ha deciso di mettere in chiaro la posizione del Comune e di spegnere qualsivoglia polemica strumentale.
“Chi ha lanciato questa contestazione, sarà chiamato a rispondere nei modi e nei luoghi opportuni. Per tutti coloro che combattono il principio di legalità e il rispetto verso le Istituzioni, questo sarà l’ennesimo boomerang. E chi manipola sarà smascherato“, si legge in una nota del sindaco, che spiega come i provvedimenti assunti siano dettati “dalla palese violazione di norme e per i rischi derivanti anche per l’incolumità pubblica“. È prassi ormai comune quella di considerare qualunque attività condotta nei centri islamici come lecita, anche quando si espande al di fuori dei confini della legalità, in nome di uno strano concetto di inclusione professato dalla sinistra. Cisint parla di “azioni di intimidazione” che vengono messe in campo “per indurre l’Amministrazione comunale a ignorare l’illegittimità e l’illegalità in cui operavano le due strutture oggetto delle nostre ordinanze e, quindi, a infrangere il rispetto di quelle leggi che tutti i cittadini sono tenuti a rispettare“.
A guidare le proteste, secondo Cisint, ci sarebbe un ex assessore della giunta di sinistra. “È legittimo interrogarsi se dietro a questa mobilitazione non si celino interessi di altra natura di leadership politica o patrimoniale che si vogliono tutelare“, prosegue il sindaco, che sottolinea come sia “gravissimo che esponenti istituzionali si siano prestati ad amplificare questa costruzione, senza alcuna elementare verifica della realtà dei fatti e in modo irrispettoso dell’ordinamento di uno Stato di diritto“. Il riferimento è all’interrogazione parlamentare annunciata dalla sinistra, che “risponde evidentemente a una narrazione di propaganda“. E rivolgendosi direttamente ai parlamentari, il sindaco li ha invitati a rileggere la Costituzione italiana nella parte relativa all’autonomia degli enti locali, che dimostrano di non conoscere.
“È gravissimo si metta in dubbio le modalità e l’operato della polizia municipale, presidio della sicurezza del nostro territorio, il cui tentativo di delegittimazione va respinto, assicurando tutta la fiducia e il supporto del Comune per salvaguardarne la serietà e l’onorabilità“, si legge ancora nella nota in cui il sindaco esprime tutta la sua rabbia nei confronti di chi sta cercando di fare campagna elettorale sulla pelle dei cittadini. “Dove sono questi personaggi quando lancio l’allarme per la protezione delle ragazze minorenni che hanno deciso di non sottostare alle sopraffazioni di una cultura islamica irrispettosa della loro dignità e del loro futuro?“, si chiede, ben conoscendo la risposta. Forte della sua convinzione, agendo nel bene di tutti i cittadini, Cisint conclude sottolineando che, nonostante la campagna di demonizzazione nei suoi confronti, lei non smetterà di portare avanti le sue politiche, che stanno ottenendo grande supporto.