Per giorni la Sardegna è stata il fulcro della politica nazionale. Dopo alcune resistenze della Lega, il centrodestra ha ritrovato l’unità attorno al nome del meloniano Paolo Truzzu, attuale sindaco di Cagliari.
Crede di poter vincere?
“Assolutamente sì. Le divisioni fanno parte della politica, ma sono convinto che la stragrande maggioranza degli elettori sardi di centrodestra ha già le idee molto chiare. Detto questo, penso che su questo voto ci sia un peso eccessivo. Non c’è in gioco il futuro del governo, ma quello dei sardi”.
Nel 2019, quando si candidò a sindaco di Cagliari, la accusavano di essere una “sentinella in piedi”. Oggi, invece, la accusano di avere simpatie per il Ventennio. Insomma, secondo la sinistra, lei sarebbe un pericoloso clerico-fascista?
“Credo che quando arrivano queste accuse gli argomenti sono finiti e che si ha poco da contestare sul merito. Ho fatto per cinque anni il sindaco e tutti confermeranno che ho sempre avuto estremo rispetto di ogni posizione politica senza atteggiamenti vessatori o di coercizione nei confronti di nessuno. Ho sempre rispettato chi aveva idee molto diverse dalle mie”.
Ha destato molte polemiche il voto in Veneto sul fine vita. Su questo tema qual è la sua posizione?
“Penso che la vita sia un dono e non sia a disposizione degli esseri umani. Avrei sicuramente votato contro”.
Il rettore di Cagliari ha appoggiato il boicottaggio degli studenti con gli atenei Israeliani. È preoccupato da questa ondata di antisemitismo?
“Le università israeliane non hanno nulla a che spartire col governo israeliano e, quindi, non sono soggetti a cui attribuire una colpa. Non credo che studenti e docenti delle università israeliane siano responsabili della situazione che c’è in Medio Oriente”.
Secondo lei, una parte della sinistra strizza l’occhio ad Hamas?
“Che ci siano frange all’interno della sinistra che abbiano posizioni chiaramente antisemite è notorio, ma non sono io a doverlo certificare. È sotto gli occhi di tutti”.
Secondo lei, la Schlein e il PD stanno avendo un atteggiamento ambiguo in politica estera nel sostegno a Israele e all’Ucraina?
“Sinceramente non mi occupo di politica estera. Posso solo dire che la Schlein e il Pd hanno avuto un atteggiamento ambiguo in Sardegna perché, non essendo riusciti a trovare un candidato che potesse rappresentarli, hanno preferito affidare la guida della coalizione a una grillina. E questo, dopo tutto quello che hanno detto del M5S”.
La sinistra si presenterà divisa. Cosa ne pensa dei suoi avversari, la grillina Alessandra Todde e l’ex governatore Renato Soru?
“Penso che sia difficile presentarsi agli occhi dei sardi dicendo che risolveranno i problemi della Sardegna quando già tra di loro non sono riusciti a mettersi d’accordo. Se non riescono a risolvere i problemi in casa loro, mi chiedo come faranno a risolvere i problemi di un’intera Isola.Il pericolo è quello di avere un governo di centrosinistra molto ideologico che anziché venire incontro alle esigenze dei sardi farà di tutti per far accettare loro i desiderata della sinistra. Cercheranno di spingere i cittadini a pensarla come vuole la sinistra”.
Questa settimana il senato voterà l’autonomia differenziata. È un pericolo o un’opportunità per la Sardegna?
“In Sardegna abbiamo avuto trent’anni di dibattito pubblico in cui si diceva che era necessario rivedere la nostra ‘specialità’ perché la esercitavamo in maniera limitata e senza sfruttare tutte le potenzialità che avevamo. Ora, aver paura dell’autonomia differenziata, ossia della possibilità di sviluppare meglio le nostre potenzialità, mi sembra limitativo. Non ho paura dell’autonomia differenziata, ma di una classe dirigente che non sa far valere i diritti dei sardi”.