Fumata nera da parte di Hamas. Il gruppo filo palestinese avrebbe rifiutato l’ultima offerta israeliana, che includeva il rilascio di prigionieri israeliani in cambio di un cessate il fuoco di due mesi nella Striscia di Gaza, il rilascio di prigionieri palestinesi nonché il trasferimento di alti funzionari dell’organizzazione dalla Striscia verso altri Paesi. I funzionari israeliani spiegavano nelle scorse ore che lo Stato ebraico era ottimista sulla capacità di compiere progressi nei prossimi giorni.
Il rifiuto di Hamas
Secondo quanto riferito dai media israeliani, invece, Hamas avrebbe rifiutato l’opzione messa sul tavolo da Tel Aviv. Il gruppo filo palestinese insisterebbe sul fatto che i prigionieri israeliani non saranno rilasciati finché la guerra non sarà completamente cessata, compreso il ritiro delle forze dell’esercito israeliano da Gaza. Secondo fonti egiziane, invece, i mediatori stanno lavorando ad una nuova proposta per colmare il divario tra le due parti. All’inizio di questa settimana, i funzionari israeliani partecipanti ai negoziati hanno dichiarato: “Tel Aviv è pronta per una soluzione che includa una soluzione politica con il rilascio dei prigionieri palestinesi dalle carceri, ad eccezione dei prigionieri dell’attacco del 7 ottobre“.
Una fonte informata egiziana ha confermato questa versione, sottolineando che Hamas ha respinto la proposta di Israele di un cessate il fuoco di due mesi in cambio del rilascio degli ostaggi israeliani ancora detenuti a Gaza. All’Associated Press, in condizioni di anonimato, la stessa fonte ha spiegato che nell’offerta di Tel Aviv, in cambio dei due mesi di tregua, c’erano condizioni quali il ritorno degli ostaggi, la liberazione di detenuti palestinesi e l’esilio dei leader di Hamas in un Paese a loro scelta. Il Movimento islamico ha rifiutato, insistendo che non saranno liberati altri sequestrati fino a quando Israele non metterà fine al conflitto e si ritirerà dalla Striscia.
Diplomazia in salita
Eppure nei giorni scorsi il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed Al Ansari, aveva assunto un tono ottimista sugli sforzi di mediazione durante una conferenza stampa. “Siamo impegnati in discussioni serie con entrambe le parti. Abbiamo presentato idee ad entrambe le parti. Riceviamo un flusso costante di risposte da entrambe le parti e questo di per sé è motivo di ottimismo“, aveva dichiarato.
La proposta di Israele, tra l’altro, è stata resa nota mentre lo “zar della Casa Bianca” per il Medio Oriente, Brett McGurk, si trovava nella regione per incontri con controparti egiziane e del Qatar volte proprio a promuovere un accordo sugli ostaggi, ha detto un funzionario americano al Times of Israel.
L’offerta è relativamente simile a quelle che sono state già avanzate e da quando una tregua di sette giorni non si è conclusa quasi due mesi fa. Dal canto suo, Hamas ha insistito sul fatto che non accetterà di rilasciare alcun ostaggio a meno che i combattimenti a Gaza non cessino definitivamente. Questo sarebbe un fallimento per Israele, poiché lascerebbe al potere coloro che hanno orchestrato il massacro del 7 ottobre, e con parti della macchina da guerra di Hamas intatte.