Omicidio-suicidio in casa. La figlia era in cameretta

Il coltello, il taglierino, l'ultimo post: così Vincenzo ha ucciso Annalisa

Dormiva nella sua cameretta mentre il papà uccideva la mamma e si toglieva la vita. Il peggiore degli incubi si è materializzato ieri mattina per una ragazzina di 13 anni di Agropoli, in provincia di Salerno, svegliata dai nonni che – dopo aver allertato il 112 perché non riuscivano a mettersi in contatto con la figlia – si sono precipitati dalla nipote per portarla via da quell’orrore.

Teatro dell’ennesimo femminicidio, il sesto dall’inizio del 2024, questa volta seguito da un suicidio, l’abitazione di due coniugi: Vincenzo Carnicelli, 63 anni, pizzaiolo, e Annalisa Rizzo, 43 anni, impiegata di banca. Un periodo difficile per i due, che si stavano separando e da qualche settimana avevano avviato una mediazione per cercare di arrivare ad una consensuale. Da qualche mese Carnicelli si era trasferito in Germania, dove aveva trovato lavoro in un ristorante sul lago di Costanza, ed era tornato proprio per definire i dettagli della separazione. Ieri mattina verso le 8, probabilmente per motivi legati a questioni inerenti alla fine del matrimonio, la coppia ha avuto una violenta discussione. Da un po’ i rapporti erano tesi, ma nulla faceva ipotizzare un simile epilogo. La litigata invece è degenerata, tanto che il 63enne ha aggredito la moglie con un coltello a lama lunga probabilmente preso in cucina. La donna ha cercato in tutti i modi di parare i colpi, come dimostrano i graffi e le ferite sul corpo e sul volto di Carnicelli, ma poi è stata sopraffatta da diverse coltellate all’addome e al torace. Quando il marito si è reso conto di quello che aveva fatto, si è tolto la vita con lo stesso coltello.

«Le avevo detto di lasciarlo subito», ha inveito il padre della donna quando è arrivato nell’appartamento con la moglie e le forze dell’ordine, allertate da loro alle 9,45 perché non riuscivano a parlare al telefono con la figlia. I corpi dei due coniugi erano nella camera matrimoniale, in un lago di sangue. Durante la mattanza l’unica figlia della coppia era a letto, ma dormiva e non ha visto nulla, se non la casa invasa dai carabinieri quando i nonni l’hanno svegliata e le hanno dovuto spiegare quello che era accaduto, portandola via sotto choc. La ragazzina è stata affidata a loro. Sul posto è arrivato il medico legale incaricato di effettuare i rilievi dalla Procura di Vallo della Lucania e la scientifica, che ha sequestrato un coltello da cucina sporco di sangue. Sono stati recuperati anche altri oggetti taglienti insanguinati che potrebbero essere stati usati dalla donna per difendersi. Sconcerto tra i vicini, che ieri si erano allarmati sentendo le urla provenire dalla casa della coppia, e tra gli amici. Nessuno, pur sapendo che il matrimonio era in crisi, avrebbe mai pensato che sarebbe potuto accadere un fatto così tragico. La notizia ha sconvolto la comunità: «In questi momenti è difficile trovare le parole. A nome dell’intera amministrazione e dei cittadini, sono vicino ai familiari per questa immane tragedia che li ha colpiti. Ora solo rispetto e silenzio per questo dolore», ha commentato il sindaco, Roberto Mutalipassi.

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