La solida collocazione nel Ppe, il progetto liberale, il ruolo cardine nel governo. Nel nome di Silvio Berlusconi, Forza Italia continua così a interpretare le istanze dei moderati. «Siamo sulla strada giusta, adesioni e sondaggi ci danno ragione», racconta il deputato forzista Alessandro Sorte, coordinatore degli azzurri in Lombardia e protagonista di questa fase.
Come sta Forza Italia?
«Berlusconi ci ha lasciato in eredità un partito che abbiamo il dovere di sviluppare. Il vento è positivo: solo in Lombardia siamo passati da 800 a 17mila iscritti, in un quadro nazionale in cui c’è grande voglia di impegnarsi nell’area moderata e popolare. La vittoria di Galliani alle suppletive, proprio nel seggio di Berlusconi, è stato un segnale importante, un nuovo inizio. Abbiamo una collocazione positiva, solida e forte: l’appartenenza al Ppe ci rende l’unica forza davvero incisiva sui tavoli europei».
A giugno si vota proprio per l’Europa.
«Faremo una campagna elettorale molto forte sul voto utile. Noi siamo il primo gruppo in Europa e durante il coronavirus abbiamo capito cosa significhi contare in quel contesto: senza i 230 miliardi del Pnrr saremmo un’Italia diversa. Gli stessi cittadini hanno compreso quanto sia determinante questo voto».
Che ruolo ha Forza Italia in questa sfida?
«Il Ppe è l’unico vero interlocutore per il ceto produttivo e l’impresa, perché ha una posizione moderatrice e di equilibrio. Questo non accade con il fanatismo ambientalista della sinistra o con le istanze dei partiti europei di estrema destra, che mettono in difficoltà l’Italia perché su immigrazione e vincoli di spesa sono contro di noi. Il terzo polo è imploso e con l’appartenenza a Renew Europe si è schiacciato su temi ideologici. In tanti si sono accorti del fallimento di altri progetti e guardano a noi: il voto utile è quello a un partito che è il pilastro della crescita nell’Ue e nel nostro Paese».
La corsa alle europee provocherà fibrillazioni nel governo?
«Il centrodestra l’ha inventato Berlusconi nel ’94, è una formula solida e responsabile di cui Forza Italia è il perno. Non ci saranno problemi. Il nostro schema è quello di un’alleanza tra liberali e conservatori, che già fu protagonista nell’elezione di Tajani alla presidenza dell’Europarlamento. Ma abbiamo una totale contrarietà all’alleanza con l’estrema destra».
Come va in Lombardia?
«Abbiamo aumentato gli iscritti, il gruppo in Regione è passato da sei a otto consiglieri, abbiamo avuto arrivi di peso come Letizia Moratti e Gabriele Albertini. Riunire quanti si riconoscono nel Ppe è una missione che stiamo portando avanti. E sosteniamo con forza la rielezione di Tajani, caricatosi a livello nazionale di una sfida impossibile ma che sta riuscendo: tutti i sondaggi ci danno in crescita».
Come valorizzate l’eredità politica del Cav?
«Forza Italia ha arginato l’ipotetico aumento delle rendite sulla casa e ripreso le sue storiche battaglie come il taglio del cuneo fiscale. Vogliamo più soldi nelle tasche dei cittadini. Siamo il partito delle infrastrutture, dalla Pedemontana lombarda al Ponte sullo Stretto. Questi sono fondamenti che portiamo avanti nel nome di Berlusconi»