Sale a quota otto il numero dei raid aerei congiunti di Stati Uniti e Regno Unito contro gli Houthi nello Yemen in poco più di dieci giorni: nell’operazione sarebbe stato attivato anche il dispositivo di sicurezza della Eisenhower con i suoi caccia. I raid aerei avrebbero preso di mira i siti di lancio di missili e i radar dei ribelli yemeniti: lo ha rivelato una fonte alla rete televisiva saudita Al-Arabiya. Secondo Reuters, gli attacchi hanno anche preso di mira un sito di stoccaggio sotterraneo degli Houthi. Gli attacchi aerei sono stati “proporzionati e necessari“, secondo una nota del Pentagono, confermando il suo ruolo nei raid. Anche il governo britannico ha confermato il suo ruolo nei nuovi attacchi ai ribelli sostenendo che si è trattato di “attacchi per autodifesa“, per “degradare le capacità degli Houthi” e per “sostenere la stabilità regionale in Medio Oriente“.
I siti Houthi colpiti dall’attacco
La rete libanese Al-Mayadeen, affiliata a Hezbollah, ha riferito che gli attacchi aerei hanno colpito Sanaa e le province di Taiz, Al-Bida e Hajja; un attacco ha colpito anche l’area di Al-Jund, a nord della provincia di Taiz, nel sud-ovest dello Yemen. A quanto ha riferito la Tv al-Masirah gestita dagli Houthi, gli attacchi della coalizione anglo-americana avrebbero colpito campi Houthi nella capitale dello Yemen Sanaa e in altre province. A quanto riferisce la Xinhua, residenti avrebbero riferito di esplosioni nel campo di al-Hafa, nella parte orientale di Sanaa, e nella base aerea di al-Daylami nel nord. A quanto riporta la Cnn, citando un funzionario della Difesa, sono stati colpiti meno di 10 siti, un numero inferiore rispetto alla prima operazione congiunta dell’11 gennaio scorso che ha colpito oltre 30 obiettivi. Secondo i funzionari Usa, gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno utilizzato missili Tomahawk lanciati da navi da guerra e sottomarini per eliminare i siti di stoccaggio e i lanciatori di missili degli Houthi.
La telefonata Biden-Sunak prima dell’attacco agli Houthi
Sempre secondo le informazioni diffuse dall’emittente americana, Washington avrebbe ribattezzato l’operazione contro le infrastrutture dei ribelli Houthi nello Yemen “Poseidon Archer“, suggerendo un approccio più organizzato e potenzialmente a lungo termine. La nuova operazione avrebbe fatto seguito a un colloquio telefonico tra il presidente Usa Joe Biden e il primo ministro britannico Rishi Sunak. I due leader hanno discusso degli attacchi Houthi in corso contro le navi mercantili e militari in transito nel Mar Rosso, ribadendo il loro impegno per la libertà di navigazione, il commercio internazionale e la difesa dei marittimi. Biden e Sunak hanno, inoltre, discusso dell’importanza di potenziare gli aiuti umanitari e sostenere la protezione civile per la popolazione di Gaza.
Il giallo sul mercantile americano colpito dagli Houthi
L’attacco ha avuto luogo all’interno di una giornata particolare dove ha tenuto banco nelle ultime ore la notizia, diffusa dagli Houthi, di un presunto attacco a una “nave mercantile dell’esercito americano” (Ocean Jazz) nel Golfo di Aden utilizzando missili navali. “Le forze armate yemenite continuano ad adottare tutte le procedure difensive e offensive nel diritto di difendere il caro Yemen e a conferma della continua posizione yemenita a sostegno della Palestina“, ha affermato il portavoce militare degli Houthi, Yahya Saree, su X. Un vero e proprio giallo che si è protratto per tutto il pomeriggio e che ha visto la smentita da parte di Washington: Poco dopo le dichiarazioni dei ribelli, infatti, un funzionario della Difesa degli Stati Uniti ha smentito che gli Houthi avessero attaccato il mercantile nel Golfo di Aden. Si tratta di notizie “infondate”, ha dichiarato la fonte al network al-Jazeera. “Le nostre forze continueranno ad attaccare le navi israeliane“, ha detto Hizam Al-Assad, membro dell’ufficio politico della milizia filo-iraniana, all’emittente qatariota Al-Arabya. “Gli avamposti yemeniti attaccati stanotte erano aree aperte o ex basi“. Una fonte della milizia Houthi ha riferito all’emittente Al Jazeera che gli attacchi di questa notte sono stati “i più violenti a Sanaa dall’inizio degli attacchi in Yemen“.