La storia di Kasey Palmer è speculare a quella di Mike Maignan: stesso giorno, medesima vigliaccata.
Il centrocampista di origini giamaicane ha fermato il match tra lo Sheffield Wednesday e il suo Coventry per le offese ricevute da parte del pubblico di casa. «Fino a quando mi hanno insultato con frasi come segaiolo o bastardo, ho lasciato perdere. Ma durante una rimessa laterale ho sentito più persone urlare negro di merda e ripetere il verso della scimmia».
A quel punto Palmer non ci ha più visto: ha fermato il gioco, chiamato l’arbitro Backhouse e chiesto la sospensione della gara. L’incontro era agli sgoccioli, Backhouse ha consentito che l’incontro si concludesse e il giocatore del Coventry non l’ha presa bene: «Non siamo più negli anni ottanta quando a John Barnes del Liverpool lanciavano le banane in campo. È il 2024, ma queste schifezze continuano come nulla fosse».
E a poco serve il carcere e il Daspo di 10 anni che la giustizia britannica infligge nel caso di insulti a sfondo razzista, tutto si ripete domenica dopo domenica. «Non c’è posto nel mondo per queste persone – incalza Palmer sono nero e orgoglioso, come mia moglie e i miei tre figli che sto crescendo nei valori dell’inclusione.Maignan? Ha fatto bene, ma doveva rimanere negli spogliatoi. Servono gesti sempre più clamorosi per modificare qualcosa».
A Sheffield la polizia sta visionando i filmati per individuare e arrestare gli autori dei cori, in Italia Maignan ha ottenuto il supporto e la solidarietà di buona parte degli addetti ai lavori. Di lui ha parlato anche l’ivoriano Zoro, che nel 2005 fermò il gioco dopo essere stato bersagliato da insulti razzisti durante un Messina-Inter, episodio che fece scalpore, senza però cambiare del tutto la percezione delle cose.
Da Abidjan, dove sta commentando la Coppa d’Africa, l’ex difensore ha ribadito che «il razzismo resta una piaga sociale. A Mike dico di essere forte e coraggioso, ai giocatori di fermare le partite, e al giudice sportivo di chiudere gli stadi per 6 mesi».
L’Inghilterra comunque in passato ha lanciato un segnale su come intervenire in modo deciso. Il 9 aprile 2023 tre giovani del Wolverhampton finirono in manette per essersi macchiati di canti discriminatori all’indirizzo dei calciatori di colore del Chelsea.
In Italia gli interventi sono più soft: per i cori contro Lukaku nel derby di Coppa Italia è stata chiusa per una gara la curva della Lazio.
Tra Bergamo, Firenze e Roma, Vlahovic si è sentito apostrofare con l’epitito di «zingaro». I club dei tifosi incriminati se la sono cavata con una multa.