Il malore, l’intervento rifiutato, poi l’ultima crisi: le ultime ore di Gigi Riva

Il malore, l'intervento rifiutato, poi l'ultima crisi: le ultime ore di Gigi Riva

Una arresto cardiaco ha posto fine alla vita di Gigi Riva, calciatore simbolo della Nazionale Italiana, con cui ha conquistato un Campionato Europeo e una finale Mondiale, nonché del grande scudetto del Cagliari nel 1970. La situazione è precipitata nel giro di poche: fatale è stata una sindrome coronarica acuta improvvisa mentre era ricoverato nel reparto di Cardiologia dell’ospedale Brotzu del capoluogo sardo. La sua salma si trova per il momento nella camera mortuaria. I medici che l’hanno seguito hanno raccontato come si sono evolute le circostanze sanitarie del grande campione azzurro.

Tutto è cominciato nella giornata di ieri, quando Gigi Riva ha accusato un improvviso problema di salute mentre si trovava a casa sua, un appartamento nel centro di Cagliari. Rombo di Tuono era arrivato stamane alle 3 del mattina, accompagnato dai suoi figli, con accesso dal pronto soccorso con una sindrome coronarica acuta. Alle 10.30 era stato sottoposto a una coronarografia che aveva evidenziato una gravissima malattia coronarica. Se inizialmente non sembrava nulla di grave, successivamente il malore ha costretto i medici del reparto di Cardiologia del Brotzu, dopo una serie di esami, a decidere per un intervento urgente al cuore. Come spiegato dal direttore sanitario Raimondo Pinna, “dopo una valutazione di un team multidisciplinare, gli è stato proposto un intervento chirurgico di angioplastica coronarica che il paziente ha rifiutato“.

Non sembrava niente di particolarmente complicato: tra i familiari e gli amici stretti di Rombo di Tuono trapelava infatti un certo ottimismo. “Il paziente è sereno e le sue le condizioni generali sono stabili“, recitava il primo bollettino medico della direzione dell’Arnas Brotzu. “Attualmente – spiegavano i medici – Riva è sotto sorveglianza del personale sanitario e accudito dai familiari. Nei prossimi giorni si proseguirà con gli accertamenti clinici del caso“. Un successivo bollettino dell’ospedale Brotzu di Cagliari diceva che “il paziente è sereno e le sue le condizioni generali sono stabili“. Le cose sono andate poi purtroppo diversamente.

Perché poco dopo i medici sono tornati in azione perché Rombo di Tuono ha avuto un nuovo malessere. Alle 17.50 Riva ha avuto un arresto cardiaco: una nota del Brotzu parlava di accertamenti clinici da svolgere nei prossimi giorni. La strada più probabile doveva essere teoricamente quella di un intervento al cuore. Non c’è stato, però, più tempo. “Sono state immediatamente eseguite tutte le manovre rianimatorie cardiopolmonari“, ha proseguito Pinna. “Durante la manovra rianimatoria è stato portato in sala operatoria di emodinamica per eseguire un tentativo di angioplastica coronarica che purtroppo è risultato inefficace“. Nonostante le manovre rianimatorie, il decesso di Gigi Riva è stato certificato alle ore 19.10.

Gigi Riva si stava preparando per cenare, aveva accanto sua moglie, era tranquillo, ha riferito il direttore sanitario del Brotzu. “Stamattina gli specialisti gli avevano prospettato l’opportunità di un intervento di angioplastica – ha spiegato Pinna -.Il paziente ha preferito pensarci. Ho avuto modo di parlarci prima della 18 e stava bene. Scherzava. Lo informato che la stampa chiedeva notizie di lui ed era d’accordo nel comunicare il suo stato di salute. C’era sua moglie con lui e niente faceva presupporre un peggioramento così grave. La situazione è precipitata all’improvviso“. Dopo sono arrivati i due figli. “La situazione coronarica era certamente molto grave – ha riferito Bruno Loi, direttore del reparto di Emodinamica -. In questi casi, trattandosi di una sindrome coronarica acuta, abbiamo suggerito un intervento di angioplastica che avremmo eseguito subito se Riva ci avesse dato il consenso. Purtroppo questo non è avvenuto“. Loi conferma che non si possono fare interventi contro la volontà del paziente, quindi si è dovuto aspettare, perchè lui avrebbe voluto parlarne coi familiari. “Purtroppo queste situazioni possono precipitare, anche improvvisamente, e in questo caso diventa difficile intervenire. Ed è quello che è capitato“.

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