Raid aerei americani e britannici contro obiettivi degli Houthi in Yemen hanno fatto dal 12 gennaio almeno 75 morti, anche tra le fila dei Guardiani della Rivoluzione (i Pasdaran iraniani) e degli Hezbollah libanesi. Lo riferisce Sky News Arabia che cita fonti yemenite, secondo cui tra le persone uccise ci sono tre «esperti» dei Pasdaran e sei di Hezbollah. La maggior parte delle persone sono state uccise, secondo le notizie dell’emittente, in raid aerei che hanno distrutto piattaforme per il lancio dei missili e magazzini in cui venivano custoditi i droni usati per gli attacchi nel Mar Rosso.
Eppure i raid non hanno fermato gli attacchi Houthi e l’Amministrazione Biden, secondo il Washington Post, sta definendo dei piani per una campagna militare prolungata contro il gruppo filo-iraniano in Yemen, nonostante un membro del Consiglio Politico Supremo abbia annunciato ieri su X di aver lasciato passare 64 navi e di «non avere nulla a che fare con Israele». Dichiarazioni poco credibili, che non sollevano dalle preoccupazioni per la navigazione nel Mar Rosso. Oggi, «su proposta italiana», i ministri degli Esteri Ue daranno vita a «un’altra missione più forte, dallo Stretto di Hormuz e a Suez», ha ricordato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. «L’Italia è fortemente determinata a difendere il traffico commerciale che attraverso il Canale di Suez passa nel Mar Rosso. C’è già un’operazione europea alla quale partecipiamo con due fregate, bisogna allargare i confini dell’operazione militare». Quanto alla guerra a Gaza, una volta finita, in una fase di transizione potrebbe esserci «un’amministrazione guidata dall’Onu e l’Italia potrebbe mettere a disposizione un contingente sotto la bandiera Onu».