La sinistra italiana «riaccende» la miccia dell’odio antisemita. Si rimette in moto l’onda contro gli ebrei. Pd e centri sociali mettono nel mirino Israele. Prima Gubbio, poi Vicenza. L’accusa è di aver risposto militarmente al massacro di civili del 7 ottobre scorso compiuto dai terroristi palestinesi di Hamas. A pronunciare la fatwa contro Israele è stata la segretaria del Pd Elly Schlein chiudendo, venerdì pomeriggio, il raduno dei deputati dem nella spa di Gubbio: «Dobbiamo porci la questione di evitare di alimentare questi conflitti, di evitare l’invio di armi e l’esportazione di armi verso i conflitti, verso il conflitto in Medio Oriente, in particolare in questo caso ad Israele. Perchè non si può rischiare che le armi vengano utilizzate per commettere quelli che si possano configurare come crimini di guerra».
Un’uscita che segna un’inversione a U nella linea del partito. E che provoca tanti malumori. Le parole di Schlein, allo stesso tempo, eccitano però la sinistra radicale, quella dei centri sociali e filo araba, che ieri a Vicenza prende la palla al balzo per mettere a ferro e fuoco la zona della città veneta dove si svolge la Fiera dell’Oro. I manifestanti dei centri sociali provano a sfondare il cordone di agenti antisommossa per accedere all’interno della fiera e contestare la presenza di un padiglione di Israele. Scene di guerriglia, in nome della pace: gli attivisti tranciano la catena di un cancello dell’ingresso posteriore del quartiere espositivo per fare irruzione. Il bilancio è serio: 11 agenti feriti e cinque manifestanti denunciati. Resta aperto il tema politico che rilancia il feeling tra il Pd a trazione Schlein e i movimenti dell’estrema sinistra con connotazioni antisemite. A rompere il silenzio nel Pd è l’ex sindaco di Torino Piero Fassino, parlamentare che ammette: «Quel che è accaduto questa mattina a Vicenza indica quanti danni stiano producendo la criminalizzazione di Israele e la diffusione di pulsioni antisemite e antiebraiche verso cui è colpevole e inescusabile ogni forma di passività». Parole che suonano quasi come un atto di accusa al «suo» segretario che poche ore prima si era smarcato dal fronte filo israeliano. Un altro distinguo arriva da Filippo Sensi, senatore dem: «L’antisemitismo violento sta rialzando la testa. Mancano pochi giorni al 27 gennaio, ci stiamo arrivando nel modo peggiore. A furia di guardare e stare zitti, poi finisce così. Guai alla politica che deve avere coraggio per difendere i suoi cittadini dall’odio, dall’intolleranza». L’assalto agli agenti accende lo scontro politico. Il capogruppo Fdi alla Camera Tommaso Foti attacca: «Dal segretario del Pd ci aspettiamo parole forti contro quanto accaduto, certo una volta esauriti i consigli per gli spettacoli da vedere al cinema».
Interviene il presidente del Senato Ignazio La Russa: «Ingiustificabile quanto avvenuto a Vicenza. La condanna per questi atti di violenza e antisemitismo deve essere netta e unanime. Nessuna tolleranza è ammissibile. A Israele e agli agenti di polizia rimasti feriti giunga la vicinanza mia personale e del Senato della Repubblica» – commenta a caldo la seconda carica dello Stato. Per il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni a Vicenza sono andare in scena «gravi manifestazioni d’intolleranza da parte di soggetti che alimentano la cultura dell’odio e della violenza. Una cultura alla quale contrapponiamo quella della legalità e possiamo farlo proprio grazie al lavoro quotidiano delle nostre forze dell’ordine e di polizia». Nel Pd, dopo le violenze di Vicenza, si apre il processo contro la svolta anti-Israele della segretaria.