A nuoto nel canale della Manica per 49 giorni: l’impresa di Lewis Pugh

AP Photo/Seth Wenig.

Uscendo dall’acqua gelida era apparso vagamente indolenzito. Nulla di troppo serio, comunque, per uno abituato ai corpi speciali dell’Esercito Britannico. Anche se la Sas era già alle spalle da qualche anno e adesso faceva l’avvocato, nel 2018 Lewis Pugh sfoggiava ancora una forma scintillante. Così, a 48 anni suonati, si era messo in testa di portare a compimento un’altra impresa delle sue. L’idea, per nulla agile da praticare, era nitida: attraversare il canale della Manica a nuoto, ma in senso orizzontale. Immergendosi nelle tutt’altro che tiepide correnti stagliate davanti alla Cornovaglia, per poi dirigersi verso le immacolate costiere di Dover.

Roba che pretende una preparazione fisica e mentale disumana, ma il legale nativo di Plymouth aveva scrollato le spalle. In fondo era stato il primo (nel 2003) essere umano a sbracciare intorno a Capo Nord, il primo a percorrere una nuotata a lunga distanza nelle glaciali distese del Polo Nord ed uno tra i pochi ad aver persino sguazzato in un lago conficcato sull’Everest.

L’intento era ancora una volta, come sempre nella storia personale di questo singolare sportivo, nitidissimo: incollare su di sé gli occhi di mezzo mondo per sensibilizzare le folle sullo stato di salute – a dire il vero pessimo – dei nostri mari e oceani. Così, asciugandosi dopo la ciclopica traversata, Pugh aveva affermato: “Non ho praticamente incontrato fauna marina, se non qualche delfino e una tartaruga. Ho, invece, incontrato moltissima plastica”.

In totale, prima di farsi passare un panno tiepido lungo le spiagge di sassi di Dover, aveva nuotato per 49 giorni. Il che significava circa 500mila bracciate. Tutte sviluppate, peraltro, con un look davvero essenziale: costume, occhialini e cuffia. Zero muta, a dispetto del gelido manto blu che lo cingeva d’assedio da ogni lato. Zero assistenza da parte delle barche d’appoggio, così come imponevano le più ferree regole stilate dai capoccia dei record.

Oltre a questo, ci si era ovviamente messo pure il meteo, dato che questo tratto è tutto fuorché placido: “Dopo l’isola di Wight è stata tutta una turbolenza, ho pensato di non farcela”. Invece Pugh, pur afflitto da una lancinante tendinite nelle ultime miglia marine, non si era mai dato per sconfitto. E aveva completato l’intricata impresa, accolto sulla spiaggia da una folla di sostenitori che avevano seguito sui social tutta la traversata e dalla quale era sbucato, per complimentarsi, pure il ministro per l’ambiente, Michael Gove. Foto di rito, certo, oltre ad una stoccata inevitabile: “Adesso i nostri governi devono fare qualcosa per l’inquinamento delle acque, perché abbiamo sostituito i pesci con la plastica. Messaggio in mondovisione e record conquistato: l’ecosistema val bene una nuotata.

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