L’aviazione israeliana è tornata a colpire Damasco. Diverse fonti, tra cui l’Osservatorio siriano per i diritti umani, i media locali e un funzionario di una milizia sostenuta dall’Iran, hanno riferito di un raid dello Stato ebraico “contro un edificio residenziale nel quartiere di Mezzeh” utilizzato da ufficiali dei pasdaran. Nella zona vi sono diverse ambasciate e una base dell’aeronautica militare siriana. Il palazzo sarebbe stato completamente distrutto e vi sarebbero almeno quattro vittime tra le fila dei guardiani della Rivoluzione islamica, tra cui due alti ufficiali. Stando alle prime ricostruzioni, l’obiettivo di Tel Aviv era un’unità di intelligence delle forze iraniane.
#BREAKING: Syrian media says Israel struck a residential building in Damascus, Syria.
At least four deaths. pic.twitter.com/PXs7DWBhPn— Hananya Naftali (@HananyaNaftali) January 20, 2024
Fonti locali e internazionali affermano che il bombardamento è avvenuto mentre si teneva una riunione degli esponenti di varie organizzazioni filo-Teheran. Uno dei bersagli eliminati è Haj Sadiq Omidzadeh, capo dell’intelligence dei pasdaran in Siria, morto assieme al suo vice Haj Gholam Muharram. Lo ha riferito la piattaforma mediatica irachena Sabareen news su Telegram. In precedenza era stata diffusa la notizia della morte di uno dei leader del Jihad islamico palestinese, Akram Al-Ajouri. Altre fonti sostenevano che fosse stato coinvolto anche il segretario generale del gruppo, Ziad Nakhla. Un esponente dei terroristi, Ismail Al-Sindawi, ha però smentito le notizie sul loro decesso e ha affermato che l’attacco non ha avuto conseguenze sull’operatività del gruppo.
Si tratta del secondo raid della Iaf (Israel air force) sulla capitale siriana volto a eliminare bersagli di alto profilo legati a Teheran. Il 25 dicembre scorso, l’aviazione ebraica ha ucciso Sayyed Razi Mousavi, definito dalle agenzie di stampa degli ayatollah come “uno dei più importanti consiglieri dei guardiani della Rivoluzione in Siria” e collaboratore del generale Qasem Soleimani, eliminato dagli americani nel 2020. Una mossa, questa, che ha scatenato l’ira del regime degli ayatollah, che ha promesso vendetta e bombardato con missili balistici quello che è stato definito come un “quartier generale del Mossad” nella città irachena di Ebril. Dal 7 ottobre, l’aviazione di Tel Aviv ha effettuato altri attacchi in Siria, prendendo di mira l’aeroporto di Damasco o infrastrutture in mano a gruppi terroristici. Nel corso degli anni, inoltre, i caccia ebraici hanno condotto diversi raid nel Paese dilaniato dalla guerra civile, prendendo di mira agenti degli Hezbollah e delle organizzazioni palestinesi. I vari governi israeliani hanno raramente ammesso di aver ordinato queste operazioni, sottolineando comunque di aver sempre puntato all’eliminazione di esponenti o alla distruzione delle basi di gruppi legati all’Iran.