Bologna, gogna, vergogna e un gladiatore italiano. Le parole della settimana

Bologna, gogna, vergogna e un gladiatore italiano. Le parole della settimana

Proviamo a dare un po’ di sapore poetico ai numeri che decretano il successo delle notizie sul web, di seguito alcuni dei fatti più cliccati della settimana rivisitati e corretti

I 30 km della vergogna

I limiti di velocità andrebbero eliminati e invece eccoci qua, a Bologna hanno introdotto il limite dei 30 km/h, trenta chilometri all’ora. E chi li supera, cioè chi va più veloce di una bicicletta, paga la multa. Burocrati senza occhi e senza umanità tracciano al ribasso i confini della nostra libertà. E una città che una volta era piena di anarchici dovrebbe protestare, invece (quasi) tutti zitti e signorsì. Il nulla della storia infinita ha già conquistato questo paese. O almeno la mia vecchia Bologna.

Gogne e vergogne

E la vergogna è un sentimento cardine nelle dinamiche di questi ultimi tempi, chissà se la vergogna per essere finita in una gogna c’entrava con le motivazioni che hanno condotto la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano al triste gesto del suicidio, di questo si occupa la magistratura. Qui sommessamente sarebbe più bello far sbocciare la domanda se non sarebbe più bello un mondo con più delicatezza e sensibilità, un mondo in cui i manganelli mediatici lasciano magari spazio al confronto, al dialogo, a qualunque cosa che preveda almeno un briciolo di umanità.

Guerra, guerra, guerra

Un mondo che perde il senso dell’umanità e che considera la vita umana subordinabile a qualcos’altro è un mondo insanguinato. E infatti non bastavano Russia e Ucraina, Israele e Hamas, ora l’Iran attacca l’Iraq, con il Pakistan che attacca l’Iran, gli Houti che sparano su Israele e l’America con altri che bombarda lo Yemen e Dio solo sa cosa potrà succedere nei prossimi giorni. Oramai la miccia si è accesa, la parola che ci trema nei denti ora è oramai ineludibile: guerra.

Ecovandali addio

Una buona notizia ogni tanto fiorisce anche sul cemento contemporaneo: è stata approvata la legge che inasprisce le pene per gli ecovandali, quegli smarriti che per protestare contro il clima che cambia deturpano il patrimonio artistico e monumentale comune. Chi danneggerà pagherà. Quando si scriverà la storia di questi giorni si ricorderanno quelli che non sapendo più creare bellezza volevano distruggere quella del passato. Ma vennero fermati, questi intrepidi coraggiosi, dalla paura di dover pagare una multa. E se ne andarono con la coda fra la gambe. A 30 km/h.

Sant’Antonio Abate

Ed è passato anche il giorno di Sant’Antonio Abate, la figura a metà fra il mito e la storia che racconta la storia di un eremita di tempi perduti nelle nebbie della memoria. Un santo che si stende su quella civiltà contadina arrivata fino alle pendici della nostra identità e che per secoli ha abbracciato l’intreccio fra umani e animali nell’equilibrio bucolico. Con i piedi sul cemento abbiamo preferito sostituire questa ricorrenza con la giornata mondiale della pizza, cotta magari nel forno elettrico. Buon appetito.

Il gladiatore è italiano

Con un video indirizzato ai futuri telespettatori di Sanremo il grande attore neozelandese Russell Crowe ha svelato al mondo il suo legame di sangue con il Belpaese, dicendosi discendente di persone di Ascoli Piceno e Parma. Sarà anche vero che recentemente è apparso sui grandi schermi per raccontare la storia di padre Amorth, ma il suo successo indelebile è legato alla figura del gladiatore. E lo sapevamo già tutti che un gladiatore così poteva essere solo italiano.

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