Scuola, aumenti ai prof: ogni mese 124 euro in più

Scuola, aumenti ai prof: ogni mese 124 euro in più

Eureka. Dopo due anni di trattative è stato firmato il nuovo contratto della scuola. Tra i cambiamenti più importanti a livello economico, c’è l’aumento di 124 euro al mese per gli insegnanti e di 190 euro per i direttori dei servizi generali e amministrativi. Aumenti arrivati a fatica dopo parecchi intoppi e lungaggini burocratiche (a cui il mondo della scuola è abituato e mai immune). Fioccano i «ma». Uno su tutti: il rinnovo (del contratto 2019/2022) nasce vecchio. Tanto che già si pensa al contratto 2022/2024. E racconta di una scuola che vive «in differita» e che paga il prezzo di anni di impantanamento. Se non altro, almeno ora qualcosa si muove.

«Il contratto migliora la vita di chi lavora nella scuola, nell’università e nella ricerca su alcuni punti. Sul precariato abbiamo fatto riconoscere tre giorni di permesso retribuito. Questo è un segnale perché finalmente si inizia a parlare di principi di parità di trattamento tra personale precario e di ruolo» commenta Marcello Pacifico, presidente di Anief, associazione nazionale insegnanti. «La firma non toglie che rispetto agli stipendi europei e all’inflazione degli ultimi 3 anni questi soldi non vengano percepiti – chiosa l’Anief – Per questo abbiamo convinto il governo a sbloccare l’indennità di vacanza contrattuale nel mese di dicembre per il personale di ruolo e vogliamo farlo ottenere anche al personale precario. Chiederemo al ministro Zangrillo e al governo di utilizzare i 5 miliardi di euro stanziati per il futuro rinnovo del 2022/24 per recuperare questa indennità».

Soddisfatto del traguardo raggiunto per migliorare la scuola il ministro all’Istruzione Giuseppe Valditara, che legge il contratto in un quadro più ampio: «Nella finanziaria di quest’anno abbiamo stanziato risorse davvero importanti per il rinnovo dei contratti di 1,2 milioni di lavoratori della scuola. Ci saranno aumenti ancora più significativi rispetto allo scorso anno. Dal punto di vista del rinnovo contrattuale e dei soldi che abbiamo messo, compatibilmente con la situazione non semplice dal punto di vista generale, abbiamo fatto uno sforzo sicuramente im portante».

La Uil si è rifiutata di firmare gli aumenti: «Impossibile sottoscrivere un accordo che peggiora le condizioni di lavoro del personale della scuola e che indebolisce la scuola dell’autonomia e la comunità educante – spiega il segretario generale della Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile – Non è un capriccio ma una decisione presa tutti insieme. Questa scelta è il risultato di un percorso lungo e condiviso dai nostri organi statutari, dai nostri iscritti e da coloro che hanno partecipato alle nostre assemblee». Tra le ragioni della mancata firma: la volontà di non valorizzare il personale Ata, la precarizzazione del lavoro delle segreterie, l’assenza di riferimenti alle scuole italiane all’estero e la parte dedicata alle relazioni sindacali, restano le principali criticità.

«Con questo contratto – aggiunge la Uil – c’era la possibilità di rimediare ad alcune forti storture del nostro sistema d’istruzione, strettoie normative che non sostengono ma intrappolano le persone».

Soddisfatti gli altri sindacati: «Finalmente 1,3 milioni di lavoratori hanno il contratto di lavoro rinnovato».

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