Niente Fashion week di Milano, saltata anche quella di Parigi, niente adv. Si può riassumere così l’ultimo mese di Chiara Ferragni dopo il caso del pandoro Balocco, cominciato ufficialmente il 18 dicembre con l’annuncio da parte dell’Antitrust della sanzione alle sue società per oltre un milione di euro. Quella che sembrava essere una semplice grana amministrativa, che l’avrebbe portata a staccare un assegno e nulla più, si è poi trasformata in una tempesta mediatica e giudiziaria, che ora la vede indagata per truffa aggravata da minorata difesa. La prima storia arrogante, il secondo video video in lacrime, poi il silenzio: così si può riassumere la reazione di Ferragni alla rivolta social per quel sembra essere un’operazione commerciale ammantata dal velo della beneficenza.
Da quel momento, Ferragni ha tenuto un basso, bassissimo profilo. È tornata a condividere qualcosa nelle storie solo a ridosso di Capodanno e le prime pubblicazioni sul profilo risalgono a pochi giorni fa. Piano piano sta tornando, ma quel che non sembra in procinto di rifare capolino sul suo feed virtuale sono le pubblicità. Non era mai successo che Ferragni saltasse la pubblicazione di contenuti promozionali per così tanto tempo, anche perché per lei questo significa non rispettare i contratti e, quindi, non ricevere i corrispettivi. Sensemakers, società di consulenza digitale, ha rilevato che nel 2023 l’nfluencer ha pubblicato 175 post promozionali per un totale di 53 marchi.
Ma va considerato che ci sono diversi livelli di sponsorizzazione: gli “adv” sono, brutalmente, i post per i quali l’influencer ha ricevuto un corrispettivo e solo questi vengono considerati come pubblicità. Ma a questi si devono aggiungere i “gifted“, ossia i regali ricevuti (uno è comparso ieri nelle sue storie) che Ferragni sceglie di mostrare, e poi ci sono i “supplied“, che sono la merce di scambio nel mondo degli influencer. In sostanza un’azienda fornisce un bene o un servizio gratuitamente a patto che questo venga promosso sui social. Così Ferragni ha fatto gran parte delle sue vacanze in giro per il mondo negli ultimi anni.
Ma fermandosi un attimo a riflettere, se dal profilo di Ferragni si tolgono i vari adv, gifted e supplied, e si tolgono anche tutti quei post in cui lei (furbamente) indossa gli abiti e gli accessori del suo brand, cosa resta? Restano i figli e il cane, usati per ingenerare un senso di tenerezza nel pubblico. Ma togliendo anche questo, di Chiara Ferragni cosa rimane? Nulla. Senza sponsorizzazioni, senza figli, cane e senza mostrare cose per le quali viene pagata, l’influencer milanese non ha in fondo nulla da offrire. L’assenza di sponsorizzazioni recenti è una sua libera scelta oppure sono i brand che non vogliono più sfruttare il suo nome, visto che si tratta comunque di una persona indagata (seppur non condannata) per truffa? Se fosse la seconda ipotesi, si tratterebbe del tramonto definitivo di Ferragni come influencer e, forse, anche come personaggio social. Perché andare avanti con il solo cane e i soli figli non può essere una scelta vincente e, forse, questo darà il via a una nuova classe di influencer più interessanti.