Ecco la legge per punire gli ecovandali

Ecco la legge per punire gli ecovandali

Da oggi fare l’ecovandalo costa caro. Il centrodestra inasprisce le sanzioni per chi deturpa, danneggia o imbratta i monumenti della Penisola. La sanzione minima è di 10mila euro, mentre quella massima arriva a 60mila. Un bel salto rispetto alle cifre in vigore sino a ieri. Il disegno di legge di conversione del decreto, il «ddl beni culturali», è stato approvato ieri alla Camera, con 138 sì. Per il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, non può che essere stata «una bella giornata».

Ultima Generazione e compagni sono avvisati: chi danneggia paga salato. Per un principio di «equità» e «giustizia», afferma il capo di dicastero. I soldi versati finiscono nella disponibilità del ministero della Cultura, che li usa, in caso, per ripristinare la situazione precedente all’eco-cretinata. «Paesaggio volto amato della patria», prosegue Sangiuliano, citando Benedetto Croce. «Non è giusto che questi atti ricadano sui cittadini italiani, ma devono ricadere su chi li ha promossi e li ha prodotti», aggiunge. Festeggia pure il capogruppo alla Camera di Fdi Tommaso Foti. Perché «non si poteva rimanere impassibili» dinanzi a degli «emeriti eco-cretini» che con «la scusa di difendere l’ambiente e salvaguardare l’ecologia» diventano autori di «reati ai danni della cittadinanza». È anche una questione di rispetto e tutela della bellezza del Belpaese. Ricorda la parlamentare meloniana Mantovani che «il patrimonio culturale e paesaggistico arricchisce la nostra nazione ed è un fondamentale volano per l’economia e il turismo». Una ecocretinata nuoce alla patria tutta. L’opposizione prova a fare polemica persino in questo caso. Ricciardi, parlamentare grillino, la butta sul legalismo. Il pentastellato dichiara che il Movimento sarebbe anche disposto a «tollerare la promessa di integerrimo rigore e di legalità da parte della maggioranza» rispetto ai beni culturali. Ma prima – prosegue Ricciardi – la maggioranza dovrebbe guardare in casa sua. E cioè a «un sottosegretario alla Cultura accusato di aver trafugato un quadro», a «un ministro che stoppa treni a suo piacimento» e a «una ministra del Turismo che non paga i suoi dipendenti». Un curioso e malriuscito tentativo di difendere gli ecovandali. Il Pd, in una delle sue versioni più radical, si esprime in Aula con l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando. «La forma di criminalizzazione del dissenso che voi state mettendo in campo in più settori io credo sia sbagliata e, alla fine, si ritorcerà contro – ha aggiunto il dem – e produrrà degli effetti esattamente contrari a quelli che voi pensate di produrre con questo tipo di interventi», argomenta il dem.

La maggioranza è tutto fuorché solidale con Ultima Generazione e simili. Per Andrea Pellicini, sempre di Fdi, le azioni degli ecovandali sono contraddistinte anche da «narcisismo mediatico», oltre che vandalismo. E vanno punite. Paolo Emilio Russo, deputato di Fi, sostiene che l’approvazione del provvedimento ristabilisca «una netta linea di demarcazione tra il primo e la seconda, tra teppisti e veri ecologisti». Il vicepresidente della Camera ed esponente di Fdi plaude al governo, sottolineando la natura lesionistica dei gesti di chi attacca il nostro patrimonio.

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