“Tutti nella Renault“. Una scritta dagli inquietanti richiami al passato è comparsa nelle scorse ore sulla saracinesca della sede della Democrazia cristiana a Catania. Il gesto, denunciato dal capogruppo di Noi democratici-Nuova Dc in Comune, Maurizio Mirenda, arriva peraltro con un tempismo che – secondo lo stesso esponente politico – non sarebbe casuale: a ventiquattr’ore cioè dal primo congresso provinciale del partito nella città siciliana.
Tracciata con della vernice nera, l’intimidazione rimanda alla Renault 4 rossa nella quale l’ex segretario della Dc Aldo Moro fu ritrovato senza vita, per mano delle Brigate Rosse, nel maggio del 1978. Accanto alla scritta, a quanto si apprende, non è stato ritrovato alcun simbolo né alcuna una sigla di rivendicazione. Il deprecabile gesto, dunque, al momento rimane attribuibile a ignoti. L’accaduto stato denunciato alla Digos della Questura di Catania che ha avviato le indagini del caso.
Sui social, a postare le foto che documentano la scritta intimidatoria e che nel capoluogo siciliano hanno subito fatto il giro delle chat, è stato l’avvocato Piero Lipera, dirigente della Democrazia Cristiana a Catania. “Beata ignoranza. Non trovo le parole per commentare un atto del genere. Un atto intimidatorio che qualifica meglio il suo autore che il destinatario. Rattrista davvero tanto pensare che a oggi sia ancora possibile un pensiero simile. Un motivo in più per diffondere la cultura del confronto anziché dello scontro. E non solo in politica. Andiamo avanti“, ha commentato l’esponente politico locale.
Il grave episodio riaccende peraltro un clima quantomeno preoccupante, dovuto alla ricomparsa – non solo su quella saracinesca a Catania – di slogan e allusioni al periodo buio del terrorismo politico e degli Anni di piombo.