Almeno fino a quando la situazione non si stabilizzerà, i bombardamenti contro gli Houthi in Yemen andranno avanti. Parola di Joe Biden, che ha così spiegato la posizione degli Stati Uniti nel corso di uno scambio di battute con i giornalisti prima di lasciare la Casa Bianca per prender parte ad un discorso di politica interna nella Carolina del Nord. Il presidente statunitense ha ammesso che il blitz Usa-Uk effettuato una settimana fa non ha fermato gli attacchi marittimi dei ribelli yemeniti contro le navi nel Mar Rosso, ma che è comunque stato un successo.
L’annuncio di Biden
All’indomani della prima offensiva in Yemen, Biden aveva spiegato che ci sarebbero state ulteriori ritorsioni contro gli Houthi se il gruppo avesse dovuto continuare con il suo “comportamento oltraggioso“. “Non siamo interessati a una guerra con lo Yemen“, aveva però in seguito chiarito il portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, specificando però che Biden non avrebbe esitato “ad intraprendere ulteriori azioni per proteggere le nostre truppe, le nostre strutture e il commercio internazionale“.
Nelle ultime ore l’esercito americano ha lanciato un’altra ondata di attacchi missilistici lanciati da navi e sottomarini contro i siti controllati dagli Houthi, prendendo di mira ancora una volta il gruppo filo iraniano. I blitz sono stati lanciati dal Mar Rosso e hanno colpito 14 missili che il comando considerava una “minaccia imminente“. Gli attacchi hanno fatto seguito all’annuncio ufficiale di mercoledì secondo cui gli Stati Uniti hanno reinserito gli Houthi nella lista dei terroristi globali. “Quando dite stanno funzionando, stanno fermando gli Houthi, no“, ha detto il presidente, specificando insomma che i raid “continueranno“.
La posizione degli Houthi
Dal canto loro i ribelli yemeniti colpiranno anche le navi battenti bandiera degli Stati Uniti e della Gran Bretagna o di proprietà di società di questi paesi che transitano per il Mar Rosso. Abdul Malik Al Houthi, leader del gruppo Ansar Allah, ha dichiarato che le azioni proseguiranno perché gli Usa forniscono sostegno finanziario, militare e di intelligence a Israele. Al Houthi ha quindi affermato che “l’America è coinvolta con Israele in tutti i suoi crimini e gli fornisce varie forme di sostegno. L’America e la Gran Bretagna stanno dalla parte di Israele, nonostante tutte le sue capacità“.
“L’Occidente non ha altra preoccupazione se non quella di classificare i mujaheddin come terroristi considerando pretenzioso che affrontino l’aggressione“, ha aggiunto attaccando direttamente gli Usa “che hanno cercato di mobilitare il sostegno di più paesi a favore del nemico sionista come nel caso di Germania, Francia e Italia“.
Al-Houthi ha insistito che “niente – non tutte le minacce, i missili, le pressioni – cambierà la nostra posizione“, e sottolineato che gli attacchi alle navi legate a Israele, o i viaggi verso i porti israeliani, finiranno solo quando il blocco su Gaza sarà revocato. “I palestinesi hanno diritto agli aiuti aerei, terrestri e marittimi senza alcun ostacolo. Il nemico sionista vuole solo che il mare sia sicuro solo per loro“, ha tuonato. Lo stesso Al-Houthi, che ha esortato il mondo arabo a organizzare un boicottaggio di massa delle merci israeliane, ha infine affermato che è “un grande onore e una benedizione confrontarsi direttamente con l’America“. La tensione, già alle stelle, è destinata a salire ulteriormente.